
7.0
- Band: NAKED WHIPPER
- Durata: 00:33:58
- Disponibile dal: 31/01/2025
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
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Una manciata di EP ed il leggendario (almeno per gli ascoltatori più estremi ed intransigenti) album di debutto “Painstreaks” rimanevano, fino ad oggi, l’unico testamento artistico di Dominus A.S. ed i suoi Naked Whipper, saliti alla ribalta nella prima metà degli anni Novanta e caduti nell’oblio subito dopo, facendo completamente perdere le proprie tracce senza rilasciare più nuova musica.
Trenta anni dopo però, la situazione è destinata a cambiare grazie alla pubblicazione di questo “Chapel Defilement”, nuovo assalto ‘sado-grind’ della band tedesca che torna a reclamare con tracotanza il proprio posto di rilievo tra le vecchie glorie del metal estremo. Niente è cambiato per i Naked Whipper, a partire dall’iconica copertina ad opera anche stavolta di Chris ‘Thorncross’ Moyen, passando per la loro ostentata e perversa blasfemia, fino al cuore pulsante del disco, la musica in esso contenuta.
Mentre la seconda ondata del black metal scandinavo dettava legge nelle terre del Nord, i tedeschi davano vita nei ‘90 ad una particolare fusione black/grind del tutto personale, che ritrova oggi il filo del discorso con una fluidità quasi miracolosa. Come se il tempo si fosse fermato, i Nostri rimbracciano gli strumenti e danno vita ad un lavoro turpe ed osceno, bestiale negli istinti e a dir poco grezzo nella mentalità, canale perfetto per la loro proposta istintiva e sincera.
Scordatevi trigger, campionamenti e moderni ‘trucchetti’ da studio: “Depraved To The Bone”, piuttosto che una “Top Notch Slave Driver” o una “Nail Or Be Nailed” colpiscono dritto in faccia con la sola forza di batteria, chitarre, basso e voce, secondo una pregevole concezione old-school basata sulla potenza dei riff e del blast-beat che si rivela semplicemente incontenibile nel corso di “Chapel Defilement”.
La totale assenza di fretta in fase compositiva viene dimostrata da una scaletta compatta, priva di riempitivi e capace di mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore, pur con qualche ingenuità strutturale congenita alla band. La foga che la contraddistingue infatti, conduce talvolta a qualche momento di confusione e a qualche passaggio lievemente fumoso, come se si fosse scelto volontariamente di non rifinire troppo il materiale musicale, così come l’utilizzo ad oltranza delle stesse soluzioni in fase di arrangiamento (ogni canzone possiede al suo interno almeno due/tre stacchi di sola chitarra accentati dagli altri strumenti in maniera quasi meccanica), ma nel complesso si finisce per soprassedere a queste mancanze travolti dall’impetuoso flusso evocato dai Naked Whipper.
Pur non esprimendosi sui livelli di “Painstreaks”, Dominus A.S. e la sua band riescono nel difficile compito di tornare in pista con del materiale credibile e sincero, godimento sicuro per chi nella musica non cerca raffinate elucubrazioni, quanto piuttosto energia, potenza e sentimenti ferali dispensati con grande fervore in questo “Chapel Defilement”.