7.5
- Band: NAPALM DEATH
- Durata: 00:44:39
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Edel
Incredibile… i Napalm Death sono tornati e hanno sfornato un platter che è addirittura più nervoso e veloce dell’acclamatissimo “Enemy Of The Music Businness”, album pubblicato un paio di anni fa e che aveva fatto letteralmente gridare al miracolo, riconsegnandoci una band di nuovo in formissima dopo alcune uscite un po’ altalenanti per certi versi lontane dal death-grind per cui la formazione è da sempre famosa. Shane Embury, storico bassista della band, aveva annunciato che “Order Of The Leech” sarebbe stato persino più annichilente e feroce del suo predecessore, e che avrebbe contenuto alcuni dei brani più veloci che la band avesse mai composto. E Shane aveva ragione… qui tutto è stato estremizzato: i tempi di batteria sono ancora più tirati (a tratti si sconfina persino in territori black metal!), le vocals ancora più inumane, i rallentamenti ancora più pesanti e groovy (sentite i continui break e le annesse ripartenze di una “Continuing War On Stupidity”, ad esempio). Non c’è effettovamente un attimo di tregua, tutto è stato composto con il chiaro intento di stendere al tappeto l’ascoltatore e di dimostrare a tutti che, nonostante i tanti anni trascorsi, i leader di questo genere musicale sono ancora loro. Un album sostanzialmente ottimo, che si configura a livello stilistico come il naturale successore di “Enemy…” e che qualitativamente si colloca appena sotto quest’ultimo solo a causa di un paio di episodi non particolarmente brillanti o comunque un po’ ripetitivi. Un album che conferma, nel caso ce ne fosse stato ancora il bisogno, che Barney e compagni sono vivi e vegeti e che sono ancora in grado di scrivere dischi di vero grindcore all’altezza della loro leggendaria fama. Poca melodia, nessun strano esperimento questa volta… solo tanta violenza. Fatelo vostro… grandi Napalm Death!