7.0
- Band: NAPALM DEATH
- Durata: 00:45:03
- Disponibile dal: 25/04/2005
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Self
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Dopo essere stati pionieri di un certo modo di intendere l’estremismo sonoro e aver contribuito all’ibridazione tra forme musicali tra loro distanti nel tentativo di forgiare un suono in grado di farsi portatore di istanze sociali e politiche in modo diretto e penetrante, i Napalm Death hanno vissuto un periodo di appannamento o, meglio, indecisione che li ha visti nell’ultimo decennio tentare le strade più disparate alla ricerca di una forma espressiva che si adattasse alle nuove necessità espressive della band. Con alterne vicende. Con “The Code Is Red…Long Live The Code”, i britannici paiono voler alleggerire gli arrangiamenti, riscoprendo le proprie radici hardcore (in questo senso l’opening “Silence Is Defeaning” è didascalica), dimenticando quasi del tutto la svolta death metal di “Words From The Exit Wound”, della quale rimane qualche traccia in “Sold Short”, e concedendo meno alla furia grind. Un disco più dinamico dei precedenti insomma, che anche nella produzione piuttosto slabbrata riflette la necessità della band di riscoprire l’efficacia della sintesi. I brani funzionano quasi tutti e il riffing è solido anche quando cerca soluzioni non convenzionali, come nella bella “Pledge Yourself”, che vede la presenza di Jeff Walker dei Carcass in veste di guest-vocalist. Sorprendono i due episodi conclusivi, “Morale” e “Our Pain Is Their Power”, per i quali le note accluse al cd parlano non a torto di tributo agli Swans, che ci presentano una band a proprio agio anche con partiture sulfuree e sottilmente noiseggianti, letteralmente trascinate dalle vocals (pulite!) dell’inossidabile Barney. Disco più che soddisfacente insomma, che per ragioni ovvie e forse inevitabili non possiede l’impeto corrosivo degli album seminali dei Napalm Death, ma che, ed è un caso raro, restituisce l’immagine di un gruppo che, pur con vent’anni di onorata carriera alle spalle, non ha ancora voglia di appendere al chiodo gli strumenti.