7.0
- Band: NATIONAL SUICIDE
- Durata: 00:37:08
- Disponibile dal: //2009
- Etichetta:
- My Graveyard Productions
- Distributore: Masterpiece
Thrasher mano al portafoglio, sempre che non lo abbiate già fatto, visto il ritardo con cui questo disco è arrivato in redazione. Già perché qui ci troviamo di fronte ad un’altra buona old school thrash metal band, questa volta tutta italiana. Sin dal logo, palesemente ispirato a quello dei Nuclear Assault, e dall’artwork si intuiscono le intenzioni dei trentini National Suicide: puro e semplice thrash metal ottantiano derivato sia dai newyorkesi Overkill che dalle formazioni della Bay Area, Exodus in primis. Non è però solo la vicinanza stilistica a livello compositivo, strumentale e di attitudine ad avvicnare la band trentina a questi grandi nomi, perché anche la voce di Mini pare un incrocio tra quella di Bobby “Blitz” Ellsworth (soprattutto) e quella di Steve “Zetro” Souza. La devozione del gruppo verso sonorità che hanno reso grande questo sottogenere del metal si traduce in una decina di brani selvaggi, d’impatto e molto adrenalinici come dimostra la stessa opener “National Suicide”. Riff serrati, vocals graffianti, ritmiche aggressive rese varie da più cambi di tempo, stop and go e accelerazioni che colpiscono dritte nel segno. L’headbanging è d’obbligo anche con la successiva e trascinante “Nu Posers Don’t Scare Anyone” e con la devastante “Let Me See Your Pogo”, brano tra Testament e Exodus che si preannuncia una vera bomba dal vivo. Non da meno “Please Welcome… My Friends!” e la conclusiva “This Is A Raid”, veri e propri tributi al thrash americano dei tempi d’oro. Tutti i reparti della formazione sono tecnicamente ben preparati, dalla sezione ritmica alla coppia di chitarre e traspare già una professionalità non comune in una band all’esordio. Unico piccolo appunto è la voce di Mini, che a tratti appare un tantino stridula e per questo alla lunga potrebbe stancare chi è meno avvezzo a questo tipo di cantato. Non si può parlare di album originale, ma chi apprezza le nuove leve che si rifanno fieramente al passato come Evile, Warbringer o i nostrani Hyades, non ci pensi due volte e dia un ascolto ai National Suicide.