7.0
- Band: NAZARETH
- Durata: 00:50:12
- Disponibile dal: 16/05/2011
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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Da anni la scena rock è messa in ombra dal business, dalle televisioni e da una filosofia che premia i prodotti usa e getta a discapito della qualità. In un contesto poco rassicurante come questo, vedere vecchi leoni ancora in grado di ruggire e scrivere musica energica e sincera ci riempie di speranza. Gli scozzesi Nazareth, dopo il discreto “The Newz” pubblicato nel 2008, ritornano con un nuovo disco di musica rock, dal sound ruvido e viscerale, pieno zeppo di brani ispirati. Dan McCafferty incanta con il suo vocione roco mentre intona le note dell’opener “Big Dog’s Gonna Howl”, un gioiello di rock duro in tipico stile anni Settanta. Le linee vocali di “No Mean Monster” ci ricordano i migliori Ac/Dc, ma la personalità dei Nazareth si impone grazie a riff di chitarra che reggono un brano old fashoned, ma non per questo scontato e fuori moda. Jimmy Murrison preferisce il feeling alla tecnica ed invece di lanciarsi in virtuosismi inutili, macina riff essenziali, ma caldi e capaci di sprigionare fortissime emozioni. Anche un brano apparentemente lineare e scontato come “When Jesus Comes To Save The World Again” si trasforma in una fucina di pathos grazie ad una veste acustica assolutamente irresistibile. La coppia McCafferty/Murrison fa scintille su “Radio”, un mid tempo struggente dal ritornello catchy che dal vivo è destinato a scatenare il pubblico. Su “Big Dogz” troverete grande musica suonata da musicisti che possono vantare il feeling della vecchia scuola unito alla forza tipica del rock duro. Le melodie sono l’arma vincente dell’ultima fatica degli scozzesi, che non paiono accusare i tipici acciacchi dovuti a quaranta e passa anni di gloriosa carriera. “Sleeptalker” chiude il disco nel modo migliore, a suon di ritmiche incalzanti che accompagnano vocals rabbiose e sensuali. Non si potrebbe davvero chiedere di più ai Nazareth, ancora una volta sono riusciti a stupire tutti coloro che li considerano troppo vecchi per reggere il confronto con le giovani leve.