7.0
- Band: NAZARETH
- Durata: 00:49:14
- Disponibile dal: 15/04/2022
- Etichetta:
- Frontiers
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Sono passati quasi quattro anni dalla nostra recensione di “Tattoed On My Brain”, ventiquattresimo studio album dei Nazareth, con i quali la band celebrava addirittura mezzo secolo dalla sua formazione. Adesso gli anni sono quasi cinquantaquattro, ma il gruppo scozzese non molla, tornando con un nuovo full-length, intitolato “Surviving The Law”, il secondo con Carl Sentance alla voce che, come si ricorderà, aveva preso il posto dietro ai microfoni dello storico frontman Dan McCafferty.
La tracklist di quest’ultimo lavoro ci presenta dei brani veloci e trascinanti, alternati con altri più cadenzati e costruiti attorno ad un riff portante, su cui la voce intreccia le sue linee melodiche: un hard rock molto essenziale, che si sviluppa su brani perlopiù molto compatti e diretti, nei quali si ergono protagonisti il basso pulsante e carico di groove del fondatore (ormai settantacinquenne) Pete Agnew e il sound tagliente del chitarrista Jimmy Murrison. Va riconosciuto ai Nazareth di riuscire in ogni caso a suonare abbastanza freschi tanto che, se si ignorasse la loro storia, ascoltandoli, si potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un gruppo di formazione ben più recente. Ci sono naturalmente influenze che rimandano a decadi passate, ma la band ha saputo integrarle perfettamente in un sound che riesce a suonare attuale e non nostalgicamente retro. Probabilmente, in verità, sul lavoro precedente si riscontrava la presenza di qualche brano più brillante e accattivante ma, nell’insieme, “Surviving The Law” si presenta bene, con uno stile ed un sound ben delineati e con la capacità di far vibrare le corde di ogni amante dell’hard rock.
Tra gli highlight del disco menzioniamo “Strange Days”, “Runaway”, “Waiting For The World To End” e “Psycho Skies”; non ci ha entusiasmati particolarmente, invece, la conclusiva “You Made Me”, una traccia lenta e dal sapore blues, costruita attorno all’hammond: un tentativo magari di fare qualcosa di diverso, ma che probabilmente risente in parte anche del minutaggio più elevato rispetto alle altre canzoni della tracklist, peraltro senza che si possano mai apprezzare significativi cambi di passo.
“Surviving The Law” è, a conti fatti, un disco gradevole e fa piacere che il gruppo scozzese sfoderi ancora tanta grinta e passione, come se si trattasse di una band di ragazzini, dimostrando di aver trovato così un autentico elisir di eterna giovinezza.
