7.0
- Band: NEAERA
- Durata: 00:52:57
- Disponibile dal: 24/08/2007
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Tre album in poco più di tre anni… una tabella di marcia invidiabile, quella dei Neaera, a maggior ragione se si pensa che di anno in anno il gruppo tedesco ha sempre apportato delle modifiche alla propria proposta, evitando di rimanere troppo fedele allo stile messo in mostra sul debut “The Rising Tide Of Oblivion”. All’epoca, il quintetto si era fatto conoscere come un buon gruppo artefice di un melodic death metal condito da influenze metal-core; il successivo “Let The Tempest Come” aveva visto i nostri indurire lievemente il sound, portandolo spesso vicino a territori death-thrash, mentre in questo “Armamentarium” i Neaera abbandonano quasi del tutto gli spunti metal-core e li sostituiscono con trame prettamente death metal care a Bolt Thrower, Kataklysm e Amon Amarth, finendo, di conseguenza, col partorire l’album più heavy della loro ancor breve carriera. Un’evoluzione per certi aspetti logica, se si pensa a come il sound dei nostri si era già evoluto fra il primo e il secondo album, ma ugualmente piuttosto sorprendente, visto che si sta sempre e comunque parlando di una band con forti legami con la ormai nota scena hardcore e metal-core del suo paese. Evidentemente, i tour europei di spalla ai suddetti Amon Amarth e Kataklysm devono aver influenzato pesantemente il gruppo, così come l’amicizia con gli Heaven Shall Burn, primi fan dei Bolt Thrower in Germania. Ecco quindi che l’eccellente opener “Spearheading The Spawn” attacca con un riff degno di un album come “The IVth Crusade” o che “Harbinger” sembra essere stata modellata per filo e per segno sui pezzi da “pogo totale” dei Kataklysm. Sia comunque chiaro che non mancano quei riff melodic death con cui i Neaera avevano costruito gran parte dei loro primi due full-length, tuttavia oggi il gruppo sembra più puntare sulla pesantezza che sull’agilità, dando spazio ad atmosfere e melodie molto tetre e ad un growling di matrice più marcatamente death metal. Il platter nel complesso risulta interessante e piacevole, ma forse avrebbe potuto entusiasmare anche di più se fosse durato un po’ meno: cinquantatre minuti sono tantini in questo genere e nella seconda parte della tracklist è facile scorgere un paio di filler dei quali si sarebbe potuto fare a meno senza grossi problemi. Pazienza… siamo sicuri che i fan più accaniti dei Neaera apprezzeranno comunque e che molti death metaller rimarranno piacevolmente sorpresi dalla svolta intrapresa da questi cinque ragazzi.