7.5
- Band: NEAL MORSE
- Durata: 01:39:36
- Disponibile dal: 27/08/2021
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Sony
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Sono passati pochi mesi dalla pubblicazione di “Sola Gratia”, eppure eccoci qui di nuovo a parlare di Neal Morse, tornato sul mercato con un nuovo doppio album, “Innocence & Danger”. Contrariamente al suo predecessore, in questa occasione Neal è tornato a lavorare con la sua band e l’album quindi viene dunque accreditato come Neal Morse Band, da oggi sintetizzato con l’acronimo NMB. Un altro elemento che distingue questo nuovo capitolo dal passato recente della band è l’abbandono del format del concept album, in favore di composizioni più libere ed eclettiche. Il lettore però non immagini chissà quali stravolgimenti: chi conosce e apprezza l’opera di Neal Morse troverà ancora tutte le caratteristiche che lo hanno reso celebre. Melodie ariose e curate, un egregio lavoro strumentale da parte di un ensemble di professionisti assoluti, una scrittura articolata, brani spesso molto lunghi e stratificati, ma che non dimenticano mai l’importanza di passaggi incisivi e accattivanti.
Il primo disco, “Innocence”, si apre con due brani molto classici ed efficaci, “Do It All Again” e “Bird On A Wire”: il primo raccoglie tutte le caratteristiche del sound di Morse, fungendo da perfetto biglietto da visita dell’album, mentre la seconda gioca maggiormente sui sintetizzatori e le tastiere, pur lasciando spazio a chitarre di stampo hard rock. Le atmosfere si fanno più scanzonate e solari con “Your Place In The Sun”, che ci riporta alla mente gli Spock’s Beard dello stesso Morse, mentre “The Way It Had To Be”, con le sue melodie languide e tranquille sembra strizzare l’occhio al David Gilmour più maturo. “Emergence” è un delicato affresco acustico che sembra uscire dalle dita da ragno di Steve Howe, perfetto per introdurre “Not Afraid pt.1”, ballata folk prog sospesa tra Genesis e le armonie vocali di Crosby, Stills & Nash. Chiude il primo disco una cover di “Bridge Over Troubled Waters” di Simon & Gurfunkel, che però non ci ha affatto convinto nel suo rileggere in maniera enfatica e prolissa una canzone che invece vive di delicati e sussurrati equilibri.
Se già questo non fosse più che sufficiente, ad arricchire ulteriormente l’album arriva il secondo disco, “Danger”, composto da due sole canzoni che pero, da sole, occupano cinquanta minuti di durata. Non ci dilungheremo ulteriormente nel cercare di descrivere a parole composizioni così complesse e stratificate, ma ci limitiamo a dire come queste due tracce rappresentano al meglio l’anima prog di Neal Morse, con un lavoro egregio dei suoi compagni di squadra: la sezione ritmica di Mike Portnoy e Randy George è rodata e solidissima, Bill Hubauer si destreggia con facilità tra organo hammond, tastiere e contaminazioni sinfoniche, mentre Eric Gillette disegna melodie e assoli di gran gusto.
C’è sempre quel pizzico di autocompiacimento tipico del genere, certo, che fa mettere nel disco tanta carne al fuoco, forse troppa per risultare davvero fresco e sorprendente. Ma il mestiere di un grande artista sta anche nel riuscire a rileggere la propria storia e la propria carriera senza stravolgimenti ma con una qualità sempre alta è capace di incontrare il gusto del proprio pubblico. In questo Neal Morse è senza dubbio un maestro è ancora una volta ce l’ha dimostrato. Una certezza.