7.0
- Band: NEAL MORSE
- Durata: 01:07:14
- Disponibile dal: 08/11/2024
- Etichetta:
- Inside Out
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Neal Morse è un artista con una produzione talmente vasta da aver dato via ad un servizio di streaming personalizzato, solo per il suo sterminato catalogo: praticamente, un Netflix vivente.
Al di là delle facezie sulla straordinaria prolificità del polistrumentista, questo paragone è meno peregrino di quanto si possa pensare. In fondo, Neal Morse ha davvero alcuni punti in comune con la piattaforma americana: al contrario di servizi Spotify, che di fatto operano solo come distributori, Netflix ha costruito molta della sua fortuna sulle sue produzioni originali e, ovviamente, non tutto ciò che realizza ha lo stesso peso. Per ogni serie TV diventata di culto, come “Stranger Things”, “House Of Cards” o “Black Mirror”, ci sono decine di produzioni minori, che servono a fare massa, intercettare magari una nicchia di appassionati e tenere viva l’attenzione del pubblico. Ecco, “No Hill For A Climber” sarebbe una di queste ultime.
Facciamo un piccolo passo indietro: solo negli ultimi tre anni, Neal Morse ci ha presentato il doppio concept album sulla vita del patriarca Giuseppe, un nuovo album della Neal Morse Band, i due dischi con Ross Jennings e Nick D’Virgilio… Cosa fare dunque ora? Un nuovo progetto, naturalmente!
Neal Morse & The Resonance vede il musicista statunitense affiancato da una band di giovani e talentuosi musicisti della scena progressive di Nashville: strumentisti che Neal conosce da tempo, avendoli coinvolti spesso in eventi locali, ma che non avevano mai contribuito direttamente ad un suo disco.
Neal afferma che questa iniezione di nuove energie l’abbia ispirato rendendo “No Hill For A Climb” qualcosa di diverso e nuovo, ma in realtà l’album ci sembra muoversi sulle coordinate ben note a cui ci ha abituato. L’album è composto da due lunghe suite, rispettivamente di ventuno e ventinove minuti, che aprono e chiudono il disco, con una sezione centrale composta da altre tre canzoni, più brevi, per una durata complessiva che supera abbondantemente l’ora. Le due composizioni più lunghe, come di consueto, si muovono su movimenti dinamici, alternando partiture ad incastro a momenti più maestosi e celestiali, che ben si sposano con le irrinunciabili tematiche spirituali/religiose. La scrittura di Morse resta il motore centrale dell’opera e i musicisti, pur senza spiccare con chissà quale personalità, completano il tutto con invidiabile perizia tecnica.
Sebbene le due suite siano senza dubbio i momenti in cui la band esplora al massimo il suo potenziale, non sono da sottovalutare anche i tre brani intermedi. Anzi, uno dei tre, “Thief”, rappresenta a nostro parere il tassello più interessante dell’album: si tratta di uno strano blues notturno, il cui testo sembra essere una sorta di accusa nei confronti del Diavolo (il ‘ladro’ del titolo), posto di fronte alle sue malefatte. Volutamente sinuosa e sinistra – quantomeno per i parametri abituali di Neal Morse – riesce a sfruttare al meglio l’arrangiamento, con tanto di fiati sul finale.
“No Hill For A Climber”, insomma, fa quello che deve fare senza aggiungere o togliere nulla alla carriera del suo autore. Lo zoccolo duro dei suoi ascoltatori troverà ancora una volta la mano di Neal e la classe di un manipolo di musicisti di alto livello, ma difficilmente tra qualche anno ci troveremo a citarlo tra i passaggi irrinunciabili della sua discografia.