8.5
- Band: NEAL MORSE
- Durata: 00:56:23
- Disponibile dal: 28/10/2005
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Audioglobe
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Si chiama “?”, per gli amici “Question Mark Album” il nuovo lavoro del bravissimo artista americano Neal Morse. Chi è costui? E’ semplicemente per chi scrive uno dei più importanti compositori ed interpreti dell’ultima decade, un uomo capace di sprigionare una gamma di emozioni davvero imponente, un artista poliedrico, polistrumentista, intelligentemente raffinato e di una profondità spirituale e personale davvero notevole. Neal Morse, fino al 2002, è stato il frontman della band neo-prog Spock’s Beard. In quell’anno, dopo la pubblicazione dello strepitoso “Snow”, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la vocazione religiosa, che ha indotto Neal a lasciare la sua band, per seguire la via della fede. Dopo poco è tornato sul mercato con il bellissimo “Testimony”, doppio album davvero molto buono, registrato tra gli altri insieme a Mike Portnoy dei Dream Theater, così come il successivo “One” e questo “?”. Questi ultimi tre lavori solisti, con quel loro prog rock melodico e ricco di molteplici influenze, si discostano di molto dai primi due lavori solisti del nostro, improntati più sul pop/rock cantautorale, e contenenti alcune delle migliori song scritte da Neal. Ma torniamo a questo “?”, perché sono molte le cose da dire. L’album parte con “The Temple Of The Living God”: il vento soffia, un pianoforte intona una melodia da pelle d’oca, ed una voce mandata al contrario recita due estratti dalla Bibbia: più precisamente dall’Esodo e dall’Apocalisse. Poi parte Neal, come ci ha abituato con i suoi lavori, e ci introduce nel suo mondo, fatto di tempi sostenuti, tastiere indemoniate e melodie sempre molto presenti. Un vero compendio di prog rock. Bellissimo il ritornello dell’opener, così come molto solare è la strofa della successiva “Another World”, debitrice dei migliori Beatles (alla lontana). La pelle d’oca arriva con “The Outsider”, pezzo lento dove Neal sfodera una delle sue migliori interpretazioni. “Sweet Elation” è graziata da un intermezzo di synth davvero geniale e tipicamente Spock’s Beard, anche nelle sue audaci modulazioni tonali. “In The Fire” è il pezzo più ‘cattivo’ dell’album, con uno strepitoso Jordan Rudess (Dream Theater) davvero ispiratissimo nell’esecuzione di assoli tastieristici al limite della fisica in quanto a velocità e precisione. Insolito per lo stile di Neal Morse è la rhapsodyana “The Glory Of The Lord”, davvero molto orchestrale e maestosa, che funge da introduzione alla sentita “Outside Looking In”. Non possiamo non constatare come l’intero lavoro di produzione sia davvero di valore molto alto, ascoltando lo stupendo assolo di “12”, o il lavoro certosino di batteria del celeberrimo Mike Portnoy in “Deliverance”, o la profondità di “Inside His Presence”, sia come produzione che come mixaggio. Sappiamo con chi abbiamo a che fare, sappiamo che nulla sarebbe stato lasciato al caso, ma ogni volta è una sorpresa nuova, ogni volta c’è qualche elemento da scoprire, qualche sfumatura da cogliere. A partire dal lontano 1995 (lontano se contiamo tutti i lavori pubblicati come Spock’s e come solista), ogni album toccato dalla classe di questo artista è stato una splendida conferma, là dove i pezzi meno felici rappresentano comunque molto più di quanto altre band, ben più blasonate, possano mai sperare di comporre. E questo “?” non è ovviamente un’eccezione, andandosi a piazzare per chi scrive nella Top 5 di questo 2005 iniziato bene e finito nel peggiore dei modi…