
6.5
- Band: NECROART
- Durata: 00:51:24
- Disponibile dal: 01/09/2014
- Etichetta:
- Beyond Productions
- Distributore: Masterpiece
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Ogni tanto si rifanno vivi. E, ciò che più importa, non muoiono mai. I pavesi Necroart, combo con nel DNA buonissima parte della musica estrema pubblicata negli amati Nineties, non demordono e danno alle stampe un terzo lavoro sulla lunga distanza, dopo i più che positivi “The Opium Visions” (2005) e “The Suicidal Elite” (2010). “Lamma Sabactani” è il titolo della new entry nella discografia di questa formazione che, pur avendo i ‘demeriti’ di una carriera troppo saltellante e vissuta in una silenziosa ombra mediatica, non ha sicuramente raccolto quanto avrebbe meritato in passato. Come tengono a far sapere i ragazzi in sede di foglio promozionale, a questo giro pare si siano concentrati maggiormente nel tentativo di far rivivere, circa vent’anni dopo, le emozioni donateci dai capolavori underground e semi-underground degli anni ’90: si parla di chiare influenze corrispondenti ai nomi di Moonspell (quelli più gotici e decadenti), Samael (quelli meno positivi e zen-oriented), Sadness, primi e secondi Rotting Christ…senza dimenticare poi la tornata di band doom, death-doom e gothic che imperversavano in quel glorioso periodo. Il disco quindi si svolge nella sua interezza all’interno di un’atmosfera dark e morbosa, a tratti mistica, a tratti ridondante, qualche volta malinconica e drammatica. Come accade di solito, durante la fruizione di un album dei Necroart si riescono ad ascoltare molteplici soluzioni, che evocano in diverso modo immagini di cupa tristezza e/o feroce dolore: voci femminili, i cangianti timbri del vocalist Massimo Finotello, l’uso abbondante e vario delle tastiere, una sezione ritmica rinnovata e dinamica, i riff di chitarra che, a seconda della bisogna, si alternano nel groove, nella tensione del black melodico o nella pachidermicità del doom più ossianico, non avendo paura di assentarsi del tutto nei frangenti in cui la teatralità innata della band viene fuori con discreta classe, senza mai strabordare nella pacchianeria più diffusa. Tutti elementi che ci fanno considerare “Lamma Sabactani” un più che sufficiente comeback sulle scene, baciato da una prima parte di tracklist davvero convincente – a spiccare sono il singolo/video “Agnus Dei” e la coinvolgente “Magma Flows”; poi, però, l’armonia viene spezzata all’improvviso dalla comunque apprezzabile ballata gotica “Redemption” e non più ricompattata dalla seconda quartina di brani, decisamente meno affascinanti e penalizzati da un’ispirazione, a nostro giudizio, non particolarmente elevata. Siamo comunque lieti di ritrovare su queste pagine i Necroart, che dimostrano ancora una volta di meritare una chance d’ascolto da parte di tutti gli amanti delle sonorità citate sopra e, in generale, delle idee stilistiche nate all’epoca d’oro del doom-gothic metal.