7.5
- Band: NECRODEATH
- Durata: 01:10:05
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Vent’anni sono passati dalla prima apparizione dei Necrodeath sullescene e i nostri, per celebrare l’avvenimento, hanno dato alle stampeil primo best of della loro carriera. Peso e soci devono crederetantissimo in tutti i loro lavori, tanto è vero che hanno dato allaraccolta una forma filologica e assolutamente egualitaria, inserendodue brani per ogni album pubblicato in ordine rigorosamentecronologico. In aggiunta a questo, per rendere il tutto più appetibile,troviamo la cover di “Black sabbath” e la riproposizione in toto delprimo demo della band, quel “The Shining Pentagram” che non era maistato ripubblicato dal 1985 e che ormai girava solamente in versionipirata dalla qualità sonora infima. Per chi non conoscesse iNecrodeath, la raccolta può essere un modo interessante per entrare acontatto con la loro musica: formatisi a metà degli anni Ottanta, inostri proponevano un thrash death assolutamente devastante, memoredelle lezioni di Slayer, primi Celtic frost e Possessed che siconcretizza negli album “Into The Macabre” e “Fragments Of Insanity”,qui rappresentati dalla mitica “Mater Tenebrarum”, ancor oggi uno deimigliori pezzi della band e cavallo di battaglia live; dopo un breveintro sabbathiano esplode la furia del quartetto che ci vomita addossovalanghe di riff velocissimi e vocals al vetriolo. Il secondo estrattodal primo album è l’altrettanto valida “Internal Decay”, che si muovesulle stesse coordinate stilistiche fatte di accelerazioniparossistiche e rallentamenti improvvisi degni dei migliori Celticfrost. Da “Fragments Of Insanity” sono invece estratte “Choose YourDeath” e “Metempsychosis”: la seconda è un pezzo strumentale, maNecrodeath al 100%, mentre la prima è la solita cavalcata assolutamentecoinvolgente e violenta, dove la matrice thrash però prende ilsopravvento su quella death regalandoci una pietra miliare nella storiadel metal italiano. Dopo questo secondo album i Necrodeath si sciolgonoe assurgono al ruolo di cult band e influenza seminale per lagenerazione di band successiva, molti li citano come influenza (CradleOf Filth su tutti) e i nostri, dopo altre esperienze musicali – tra lequali ricordiamo i Sadist di Peso, primo esempio di musica estrema eprogressiva in Italia – decidono di tornare a far male e, con una nuovaline up che oltre agli storici Peso alla batteria e Claudio allachitarra, vede l’ingresso di John al basso e del magnifico Flegiasdietro il microfono. Nel 1999 pubblicano il violentissimo “Mater Of AllEvil”, finalmente godono di una produzione all’altezza delle lorocapacità andando a registrare l’album nei famosissimi Undergroundstudios in Svezia. L’album è come sempre un concentrato di violenza ela canzone qui riproposta, “Hate And Scorn”, è diventata il manifestoideologico della band, sempre più votata al death metal che fu,infarcito di cavalcate thrash e con la voce di Flegias lancinante esofferta che sposta il baricentro della band su coordinate più blackoriented. L’altro estratto dell’album è la terremotante “At The RootsOf Evil”, incredibilmente simile a quanto fatto proposto dalla band sulprimo album. Nel 2001 i nostri tornano in Svezia per registrare “BlackAs Pitch”, con il quale consolidano la loro fama di gruppo malvagio esenza compromessi. “Red As Blood” inizialmente è un mid tempopesantissimo e roccioso, come quelli che solo gli Slayer degli ultimianni hanno saputo suonare, che si evolve in un massacro tipico dellaband con un Peso assolutamente devastante dietro le pelli, vero motoree anima del gruppo. “Church’s Black Book” è praticamente una canzonedei Black sabbath portata alle estreme conseguenze: assolutamenteblasfema, con una doppia cassa che non molla, Claudio che elargisceriff da manuale, John che sostiene incessantemente la song e unmefistofelico Flegias che vomita nel microfono tutto il suo odio; ametà canzone uno stacco insospettabilmente melodico dà respiro allasong, ma è solo un attimo prima che il massacro ricominci. I Necrodeathdecidono poi di rientrare in Italia per registrare la loro nuova faticae, chiusi negli Outer Sound Studios di Roma, danno alle stampe il loroultimo (per ora!) album di inediti, il mastodontico “Ton(e)s Of Hate”che, rispetto al precedente album, perde un po’ in pesantezza eguadagna in snellezza: se “Black As Pitch” uccideva come una colatalavica, con “Ton(e)s Of Hate” sembrerà di essere stati travolti da uncamion. “The Mark Of Dr Z.” è un classico mid tempo abbastanzacontrollato, comunque sia impreziosito dall’ottima prova strumentaledei nostri, mentre “Perseverance Pays” è la solita cavalcatathrasheggiante che ci riporta indietro di quindici anni, risultando alcontempo assolutamente moderna per merito anche della produzione, inassoluto la migliore della quale il gruppo abbia beneficiato. Allafine, come precedentemente detto, ci sono la cover di “Black sabbath”,tutto sommato eseguita pedissequamente, e il primo demo della band,dalla produzione piuttosto impastata e nel quale i nostri fanno giàvedere di che pasta siano fatti con track quali l’eccellente “(Necro)Thrashin’ Death”, che a dispetto del titolo risulta essere unn song’proto black’, o la rough version di “Mater Tenebrarum”, giustamenteinserita poi su album. Va da sé che chi dei Necrodeath possiede tuttopuò tranquillamente evitare questo “20 Years Of Noise”, mentre èconsigliatissimo a chi invece vuole conoscere una delle migliori realtàestreme italiane. Resta da dire che la band, accusata daidetrattori di immobilismo stilistico, continua a distanza di vent’annia regalarci materiale assolutamente valido e di qualità, nonmercificando la propria musica sull’altare del dio denaro: in unpanorama attuale fatto di album plastificati non è roba da poco.