8.0
- Band: NECRODEATH
- Durata: 00:34:46
- Disponibile dal: 05/04/2019
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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1989-2019: “Fragments Of Insanity” compie gli anni e allora quale miglior regalo se non riproporlo da cima a fondo, tutto d’un pezzo, a coronamento delle trenta candeline appena spente? E’ vero, la scelta di voler ripresentare un vecchio album, importante e seminale come può esserlo quello prodotto a suo tempo dai Necrodeath, viene talvolta inquadrata come una mera operazione commerciale, come un ‘vincere facile’ senza troppo sbattimento, correndo magari il rischio di produrre un qualcosa di poco soddisfacente in confronto a quanto realizzato in precedenza; una brutta copia dell’originale. E’ inoltre risaputo che, a prescindere dal risultato finale, di fronte a simili release, si tende spesso a preferire la prima versione rispetto a quella moderna: più rozza, più grezza, più rudimentale a livello di produzione e, soprattutto, più veritiera rispetto al periodo storico in cui l’album venne appunto rilasciato. E se pensiamo a “Fragments”, il ricordo va, per forza di cose, al momento d’oro del thrash made in Italy, quello della sua vera esplosione, grazie alla quale gruppi come i Bulldozer, gli Schizo e, appunto, i Necrodeath hanno lasciato un segno indelebile, ognuno con i propri mezzi, non solo nel nostro paese ma anche nel resto dell’Europa.
Una lunga premessa per dire invece che il qui presente “Defragments Of Insanity”, espulso dalla Scarlet Records, è tutto fuorché una semplice rivisitazione del full-length originario . Assodati gli abbellimenti in fase di produzione, così come la modernizzazione dei suoni, la band ligure è riuscita infatti a mantenere – e se vogliamo, a migliorare – quel senso di inquietudine cruda e nefasta che traspariva nel 1989 mentre si ascoltavano le otto tracce presenti in tracklist. Gli odierni Necrodeath sono stati in grado di rinfrescare un’opera d’annata, confermando comunque quell’aspetto datato e primordiale così da permettere al sound di “Fragments” di rimanere ancor oggi molto attuale. Questo per dire che l’alta votazione assegnata non è tanto da riferirsi al “Defragments” del 2019: l’otto è riferito ai Necrodeath e ad un album mai sufficientemente elogiato come invece avrebbe dovuto esserlo. E’ un voto globale, che comprende Ingo, il vocalist dei primi ‘frammenti di follia’, che comprende Flegias, che comprende ovviamente ‘Peso’ Pesenti, colonna portante che c’era e c’è oggi dietro le pelli, che comprende quindi tutti coloro che hanno permesso al gruppo tricolore di superare i trent’anni di carriera. Oggi come allora gli otto pezzi racchiusi in poco più di mezz’ora sono un esempio importante e indelebile di musica estrema: dalla funesta titletrack all’aggressiva opener “Choose Your Death”, dalla trascinante “Thanatoid” alla schizzata “Enter My Subconscious”. E fa nulla se il video di “Metempsychosis”, disponibile ormai da qualche giorno, era francamente evitabile: l’energia e la magia riversata su disco è la medesima che venne diffusa tre decenni fa.
Ecco perché, secondo chi scrive, un confronto tra vecchia e nuova versione è, almeno per questa volta, inutile. Probabilmente i fan della prima ora storceranno il naso, sostenendo la causa del vecchio labirinto riportato in copertina, mentre i più giovani, forse, preferiranno il lavoro più moderno. Da parte nostra, come detto, non si tratta tanto di una questione di preferenze: “Fragments” e “Defragments” funzionano entrambi, alla grande. E visto che non vi è nessuna comparazione da mettere in atto, il consiglio che vi diamo è quello di sparare in stereo entrambe le versioni, così da suggellare ancora una volta una delle band più importanti del panorama estremo italiano.