6.5
- Band: NECRODEATH
- Durata: 00:39:24
- Disponibile dal: 05/02/2010
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Nel recente passato ci siamo accaniti con i Necrodeath per l’ eccessivo distaccarsi da quel black thrash grezzo e primitivo che è quello che riesce loro meglio, in favore di strutture più elaborate e pompose. Ebbene, per il venticinquesimo anniversario della band, Peso e soci decidono di immettere sul mercato questo “Old Skull”, album di cover contenente brani che hanno contribuito a formare il sound dei nostri. Il lavoro è sicuramente di piacevole ascolto, i ragazzi sembrano divertirsi a reinterpretare i vecchi classici del metal che fu, però a noi sorgono spontanee delle domande: è lecito nel 2010 immettere sul mercato e far pagare un lavoro contenente “Paranoid”, “Am I Evil”, “Ace Of Spades” e “Pleasure To Kill”? I brani qui presenti sono stati incisi e coverizzati talmente tante volte che ci chiediamo se la scelta (in questo come in altri casi) non sia ricaduta proprio su di essi per via della loro “immortalità” e “commerciabilità”. Non sarebbe stato meglio regalare attraverso MySpace ad esempio le canzoni e concentrare le proprie energie sul nuovo materiale? Oppure, perché al posto di “Paranoid” non è stata utilizzata la meno nota “Snowblind” o al posto di “Ace Of Spades” l’altrettanto bella “Capricorn”? A prescindere comunque dai nostri dubbi, rimane da dire che in effetti le otto band presenti su “Old Skull” fanno indubbiamente parte del background di Peso e la loro influenza si sente (chi più, chi meno) sull’intera discografia dei Necrodeath. Le cover di “Black Magic” (Slayer), “Raise The Dead” (Bathory), “Pleasure To Kill” (Kreator), “Sodomy And Lust” (Sodom) e “Bloodlust” (Venom) sono riproposte veramente bene, in maniera potente e trascinante e nel pieno rispetto degli originali. Altro discorso per le più “leggere” “Paranoid” ed “Ace Of Spades”, la cui parziale estremizzazione non rende pienamente giustizia. Carina invece “Am I Evil” dei Diamond Head che, come già dimostrato dai Metallica anni orsono, in chiave più thrashy risulta estremamente godibile. Da segnalare poi le due versioni del classico Necrodeathiano “Mater Tenebrarum”, nella versione originale del 1985 ed in quella rivista dalla line up attuale, ovviamente più potente e precisa ma anche meno purulenta e malata. Insomma, pur lasciando parecchi dubbi sulla sostanza del lavoro, “Old Skull” rimane un album formalmente impeccabile. Comunque la si pensi non possiamo che concludere facendo i nostri più sinceri auguri ai Necrodeath per la loro importante ricorrenza. Happy Birthday guys!