NECRODEATH – Singin’ In The Pain

Pubblicato il 24/11/2022 da
voto
7.0
  • Band: NECRODEATH
  • Durata: 00:37:52
  • Disponibile dal: 28/11/2022
  • Etichetta:
  • Time To Kill Records

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Chi non ricorda la visita a sorpresa che Alex DeLarge fece, in compagnia dei suoi drughi, allo scrittore Frank Alexander e signora, in una delle scene più famose di “Arancia Meccanica”? L’ennesima scarica di ultraviolenza, cadenzata dal folle canticchiare dello stesso Alex sulle note del classico “Singing In The Rain”. Un’esplosione di sadica crudeltà che andava così a rappresentare una delle passioni più viscerali del protagonista del film (e del romanzo da cui Kubrick prese ispirazione), insieme ovviamente a quella per la musica, la classica, con il Ludovico Van (Bethoveen) in cima alla sua personale classifica.
Ora, stravolgete leggermente il titolo del brano messo in scena da Gene Kelly, sostituite le sinfonie del compositore tedesco con sinistre aggressioni metal, ed avrete il qui presente “Singin’ In The Pain”, tredicesimo full-length dei Necrodeath, edito dalla Time To Kill Records, dopo il patto stipulato dalla label con il gruppo genovese dello scorso settembre. Un concept album che si snocciola in nove pezzi, uniti dalla voce narrante di Tony ‘Demolition Man’ Dolan, abile a introdurre i vari episodi cinematografici traslati in musica da Flegias e compagni. Ultraviolenza, pazzia, lussuria e immoralità, rintracciabili nella maligna formula proposta dalla band ligure, brava a pestare come si deve (“Gang Bang”, “Redemperdition” e “Anti-Hero”), sferzando l’aria con scariche black/thrash, nelle quali si esaltano, ancora una volta, da una parte le scorribande telluriche di Peso e dall’altra gli intriganti e fulminei riff di Pier Gonnella. Ma non solo, i Necrodeath sono riusciti a replicare l’ammaliante e funambolico momento hot della pellicola, inscatolando in “The Sweet Up And Down” quella atmosfera ipnotica e godereccia immortalata in maniera chirurgica dal regista statunitense. Un esperimento riuscito, seppur non in maniera definitiva, che ci mette comunque in mostra una band vogliosa di sperimentare, senza nascondersi dietro facili o scontati cliché.
Riavvolgendo brevemente il nastro del disco, è il campanello di casa Alexander a dare il segnale di inizio alle ostilità liguri con “Gang Bang” che prende subito d’assalto l’ascoltatore grazie all’incedere tipico di Peso and company, alternando marce sfuriate a midtempo ficcanti e malefici. Il secondo ‘ciak’ punta dritto al discutibilissimo metodo ‘Ludovico’: introdotto dall'”is insane” di Tony Dolan, è “Transformer Treatment” ad aumentare ulteriormente i giri, trapanando la vittima di turno grazie al suo saliscendi ritmico. Ed a proposito di ‘su e giù’ è proprio “The Sweet Up And Down” ad accompagnare il nostro Alex su per le scale in dolce compagnia, ricalcando la cavalcata ‘bethoveeniana’ del film. Marchio di fabbrica dei Necrodeath, l’alternanza di pezzi lugubri e stacchi più furenti viene confermata dall’iperslayeriana “Redemperdition” la quale, tuttavia, non riesce a mantenere l’impatto iniziale, scemando troppo velocemente. Tensione che si rialza parzialmente in “Delicious Milk Plus” dove, ribaltando la situazione del brano precedente, è la seconda parte a brillare particolarmente per ferocia e violenza. Mordente ed intensità mancanti purtroppo sia in “655321” sia nella successiva “The (In)sane Ultraviolence”, che raggiunge solo in parte la pesantezza del titolo stesso, smorzata da un refrain troppo debole. Ci pensano fortunatamente le ultime due tracce a risollevare le sorti della seconda metà dell’album, più debole rispetto alla prima cinquina di brani: l’andamento enigmatico di “Oomny-Ones”, chiamando in causa il Nadsat (il singolare vocabolario usato da Alex), anticipa l’ultima offensiva targata Necrodeath (ed Eric Forrest degli E-Force come special guest) dichiarando con “Anti-hero” la definitiva figura ambivalente del protagonista. Sicuramente originale e contemporaneamente ostico il tentativo di mettere in musica un capolavoro del cinema qual è “Arancia Meccanica”; Flegias, Peso, Pier e GL ci hanno provato con un esito tutto sommato positivo, pur con qualche calo creativo. La volontà di trovare nuove alternative e nel contempo di proseguire imperterriti sulla loro strada, danno comunque ragione al quartetto tricolore.

TRACKLIST

  1. Gang Fight
  2. Transformer Treatment
  3. The Sweet Up An Down
  4. Redemperdition
  5. Delicious Milk Plus
  6. 655321
  7. The (In)sane Ultraviolence
  8. Oomny-Ones
  9. Anti-Hero
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