7.0
- Band: NECRODEATH
- Durata: 01:02:42
- Disponibile dal: 26/05/2011
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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A soli sei anni di distanza dalla precedente raccolta “20 Years Of Noise”, la Scarlet immette sul mercato un altro best of a firma Necrodeath. Non ci sentiamo di gridare allo scandalo, in quanto in questo periodo i nostri hanno pubblicato tre nuovi album di inediti, fondamentalmente differenti da quanto fatto in passato, e pure l’autocelebrativo “Old Skull”, contenente cover di band che hanno formato musicalmente Peso e compagnia. Inoltre, i brani che appaiono su entrambe le raccolte sono solamente due, ovverosia “Mater Tenebrarum” (qui nella versione di “Old Skull”) e la sempre magnifica “Hate And Scorn”. Per il resto i liguri hanno anche in questo caso pescato a piene mani da tutti i loro lavori, la qual cosa è utile per ravvisare differenze ed evoluzioni avvenute negli anni. Dal grezzume estremo dei primi, imprescindibili lavori, qui rappresentati da “At The Mountains Of Madness” e dalla terremotante “Eucharistical Sacrifice” si passa alla fase centrale della carriera, con gli estratti da “Mater Of All Evil”, “Black As Pitch” e “Ton(e)s Of Hate”; proprio da quest’ultimo album proviene “Queen Of Desire”, presente sia in versione originale sia in un’inedita "onyric version", ovverosia con la struttura portante affidata al pianoforte, con le chitarre ridotte al minimo sindacale e cantata a due voci, maschile e femminile; la traccia è quasi irriconoscibile, a tratti affascinante, ma non riesce a rimanere addosso e ad emozionare come dovrebbe. L’ultimo periodo è rappresentato da “Master Of Morphine” e dalla bella “Forever Slave”, da “100% Hell”, da “Smell Of Blood” da “Draculea” (fortunatamente uno dei pochi brani riusciti del lavoro) e da tre brani da “Phylogenesis”. Segnaliamo che “The Theory” è stata qui riproposta in versione live, ma che anche in questo ambito il brano non riesce a decollare; “Awakening Of Dawn” è uno degli episodi migliori del lavoro, mentre “I.N.R.I.” è troppo lunga e dispersiva e finisce per annacquare quel poco di buono presente a livello chitarristico. A chiudere la cover di “Black magic” degli Slayer. Insomma, quasi tutti i brani editati per la raccolta sono di pregio, ma a coloro che partiranno da qui per avvicinarsi ai Necrodeath consigliamo senza remore i primi cinque lavori, mentre chiediamo loro un ascolto preventivo alla recente discografia della band, dato che potrebbero trovarci delle sorprese ben poco gradite a causa di un certo arricchimento forzoso del sound.