7.5
- Band: NECROMANIAC
- Durata: 00:48:39
- Disponibile dal: 13/01/2025
- Etichetta:
- Invictus Productions
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E’ un calderone di ghisa sulfureo e imponente quello che ci accoglie in questo 2025 appena iniziato. A mescolare la tetra mistura, quattro sostenitori della necromanzia sonora provenienti dagli angoli più disparati dell’Europa – Svezia, Spagna, Grecia e Polonia: un quadrilatero magico e maledetto che si riunisce nel 2011 a Londra con il nome di Necromaniac, dando vita ad una singolare forma, pur nella sua sostanziale derivazione old-school dei generi, di black-thrash and death, il ‘morbid metal’. Morbosità celebrata a dovere con il primo demo del 2015 e resa ancora più selvaggia nel 2018 con l’EP “Subterranean Death Rising”, dove una linea maledetta puntellata in gran parte da slanci ferali alla Possessed aveva preso largamente il sopravvento.
Oggi però il rituale macabro ha rivisto – o meglio, rimodellato – la propria formula da cima a fondo, rendendo l’atmosfera ancora più cupa ed epica, inasprendo il lato oscuro,e dando lustro ad un lavoro più maturo e, passate il termine, sopraffino. Nasce così il debutto ufficiale dei Necromaniac: “Sciomancy, Malediction & Rites Abominable”: un album sinistro, contenente nove liturgie proibite e intrise di stregoneria, riflettendo perfettamente ciò che l’altisonante titolo, e la copertina a corredo promettono di sprigionare.
Un’ossessionante ricerca della morte, per la quale i quattro sciamani hanno chiesto aiuto a due illustri ospiti: da una parte A.A. Nemtheanga dei Primordial, protagonista degli ululanti gemiti dell’opener “Caput Draconis”, dall’altra Nameless Void dei Negative Plane, in azione nella conclusiva “Necromancess”. Con loro, la figura enigmatica, accreditata come ‘A Corpse Without Soul’, autrice delle voci in “Calling Forth The Shade” e nella lugubre litania firmata “Conjuration Of St.Cyprian”.
Una collaudata setta per un rito di iniziazione in cui sghignazzanti risate fanno da contorno a luciferine bordate black-thrash (“Daemonomantia”, “Grave Mound Oath” e “Teraphim “Skull Sorcery”), scatenando il demonio tra riff serrati, blast-beat in serie e tamburi di guerra, a rendere ancor più annerito il fumo circostante, con i Possessed che incrociano Black Witchery, strali di Slayer sullo sfondo e strigliate dei primi Gorgoroth a chiudere il diabolico pentacolo.
Il monologo della già menzionata “Conjuration Of St. Cyprian” e l’incantesimo furente targato “Calling Forth the Shade” coagulano a dovere la mortifera ugola del terzo e misterioso ospite con il loro andamento sonoro funereo e bruciante. Una discesa nella cripta più buia e putrida, al servizio della magia nera.