6.0
- Band: NECROPHOBIC
- Durata: 00:46:01
- Disponibile dal: 01/03/2011
- Etichetta:
- Hammerheart Records
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Il grande difetto di “Bloodhymns”? Semplice: essere uscito dopo il capolavoro “The Third Antichrist”. La sfortuna dei Necrophobic è quella di aver rilasciato il nuovo album (purtroppo non esaltante) per un’etichetta allora piuttosto in luce (l’Hammerheart di un tempo, oggi miracolosamente rinata), mentre gli ottimi lavori precedenti erano rimasti nell’ombra. Non è sempre positivo esporsi al grande pubblico nel momento sbagliato, e a ben guardare indietro nel tempo forse è stato proprio “Bloodhymns” ad aver penalizzato l’immagine stessa dei Necrophobic per un po’. La stampa di allora non fu troppo amichevole, ma è stato senza dubbio un errore giudicare negativamente un album comunque più che discreto (voto 7/10). La rifondata Hammerheart quest’anno sta rilasciando in toto i vecchi lavori dei Necrophobic, anche lo stesso “Bloodhymns”, già stampato una prima volta (dalla ‘vecchia’ Hammerheart) nel lontano 2002. Forse questo CD è il più tradizionale, piatto e meno ispirato dei Necrophobic, ma non è facile produrre sempre dei capolavori del calibro di “Darkside”, tanto per citarne uno. “Bloodhymns”, preso singolarmente, è un album valido, infernale al punto giusto e assai dinamico. Il sound non è monolitico come quello che i Necrophobic avevano confezionato in precedenza, ma già dopo la prima nota si sente che questo è un tipico album del combo svedese di Stoccolma. Questa band già dall’esordio è riuscita a creare un proprio sound, unico ed inconfondibile e su questa release il caratteristico trademark è ben presente, basti ascoltare la bestiale “Mourningsoul”. I Necrophobic sono fatti così, prendere o lasciare. Non si può pretendere che la band cambi i propri connotati drasticamente, e infatti ad oggi la loro musica non è cambiata. “Bloodhymns” è energia allo stato puro, non si tratta di un album memorabile, ma chi ama il sound infernale in cui le fiamme del black metal e death metal coesistono in maniera spettacolare intrecciandosi vorticosamente non potrà non avvicinarsi a questo lavoro. Purtroppo la Hammerheart con questa ristampa non offre niente di più di quello che era l’album nel 2002, ma se non lo avete acquistato all’epoca avete modo di rifarvi ora. Consigliato a tutti quelli che sono convinti che gruppi come Iron Maiden, Motorhead, Dark Funeral, Unleashed e tanti altri non debbano mai modificare il proprio sound!