8.0
- Band: NECROPHOBIC
- Durata: 00:59:09
- Disponibile dal: 22/05/2006
- Etichetta:
- Regain Records
- Distributore: Self
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I Necrophobic sono una band che raramente è stata davvero capita. Se ne è sempre sentito parlare positivamente, sono sempre stati ad un passo dal diventare qualcosa di più che un nome di culto – senza mai riuscirci veramente – hanno una carriera lunga più di quindici anni alle spalle che li ha sempre visti muoversi abilmente tra death e black metal, ma qualcosa non è andato. Ad esempio, spesso li si confonde come una semplice old school death metal band svedese della prima ondata, quando, in realtà, il loro sound è sempre stato più gelido, maligno e oscuro di quello dei vari Dismember e Unleashed; per intenderci, assai più vicino a quello degli amici Dissection. C’è inoltre da aggiungere che la Black Mark, la label per la quale hanno inciso tutti i loro primi lavori, non si è mai fatta in quattro per promuovere il gruppo a dovere, lasciando spesso che gli album arrivassero nei negozi senza uno straccio di pubblicità. Il passaggio alla Hammerheart Records per la pubblicazione di “Bloodhymns” certo non regalò ai nostri soddisfazioni più ampie e, infatti, ecco che dopo una lunga pausa i Necrophobic fanno il loro ritorno sulle scene con l’appoggio di un’altra casa discografica, la sempre più intraprendente Regain Records. Li conoscevamo taglienti e aggressivi, ma anche epici e melodici, e – non a caso – dopo un album feroce e compatto come il suddetto “Bloodhymns”, Joakim Sterner e compagni si ripresentano ponendo maggiormente l’accento sugli elementi più accessibili della loro proposta, dando quindi alle stampe quello che è probabilmente il lavoro più catchy della loro carriera. Catchy per i canoni dei Necrophobic, ovviamente, visto che in tutte le dodici tracce di “Hrimthursum” la componente ariosa viene comunque sempre corrotta da un riffing e da un’interpretazione vocale neri come la pece! Generalmente, c’è più spazio per i midtempo e per porzioni strumentali piuttosto lunghe, ma quella furia iconoclasta che tanto ci aveva fatto apprezzare la band svedese ai tempi dei grandiosi “The Nocturnal Silence” e “Darkside” non è certo andata persa, anzi. Tra l’altro, quando quest’ultima viene abbinata a spunti melodici un poco più marcati del solito, i nostri raggiungono risultati semplicemente eccellenti: ascoltare “Eternal Winter” o la title track per rendersene conto! In sintesi, i Necrophobic con questo nuovo full-length continuano a confermarsi una realtà determinante della scena estrema scandinava: “Hrimthursum” è un album estremamente curato sotto ogni punto di vista, un lavoro che ci propone una band che, nonostante la sfortuna e le disavventure, oggi è tutto fuorchè poco ispirata o non consapevole dei propri mezzi. Che sia questa, per i Necrophobic, la cosiddetta volta buona? Noi ce lo auguriamo vivamente, ma anche voi fate la vostra parte: se siete fra coloro che hanno sempre pensato che death-black made in Sweden fosse soltanto sinonimo di Dissection, cercate di procurarvi questo disco, potrà seriamente farvi cambiare idea.