7.0
- Band: NECROT
- Durata: 00:38:09
- Disponibile dal: 28/08/2020
- Etichetta:
- Tankcrimes
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Difficile dire quanto i Necrot siano cresciuti in questi anni, avendo dimostrato sin dagli esordi una indubbia coerenza e una maturità musicale completamente devote al più classico death metal, ma l’ascolto del nuovo “Mortal”, pur non facendo registrare alcuna vera svolta stilistica, porta comunque a chiamare in causa più spesso concetti come ‘equilibrio’ e ‘ponderatezza’. A tre anni di distanza dal fortunato “Blood Offerings”, il trio italoamericano torna sul luogo del delitto con un altro lavoro di chiara ascendenza anni Ottanta/primi Novanta, in piena chiave revivalista nel segno di mostri sacri del genere come (primi) Death, Master, Massacre, Obituary, Grave e Bolt Thrower. Rispetto al vecchio repertorio, però, “Mortal” si affida ad una produzione più massiccia e ad atmosfere maggiormente cupe; ne consegue che lo sguardo nostalgico e l’attitudine sfrontata, vagamente hardcore, tipici degli inizi della band si trasformino (almeno in parte) in una riflessione più elaborata, portando a composizioni più avvolgenti e, talvolta, dal carattere meno immediato, per un risultato non troppo distante da alcune soluzioni dei cugini Vastum.
Di per se, l’evoluzione è, volendo, piuttosto banale; il passaggio da sonorità maggiormente grezze e dirette a qualcosa di più ‘impegnato’ è uno schema che si perpetra praticamente da sempre in tantissimi generi musicali. Ciononostante, rimane difficile non sentirsi coinvolti dalla verve dei Necrot anche in questa veste leggermente più orientata al midtempo, dall’euforia con cui i ragazzi rimodellano una materia ormai sformata come una t-shirt indossata regolarmente per decenni. Detto che la vera marcia in più del gruppo è rappresentata dal suo straordinario impatto in sede live, è indubbio che, anche su disco, vari episodi di “Mortal” siano in grado di comunicare un certo fascino nella loro semplicità. Come accaduto per hit del passato come “The Blade” o “Shadows and Light”, il trio anche in questa occasione sa spesso trovare riff contagiosi e azzeccare chorus e cambi di tempo, assemblando canzoni – “Dying Life”, “Asleep Forever”, “Malevolent Intentions” – dove non vi è una sola nota da scartare. Davanti ad una tracklist così compatta, il secondo full-length dei Necrot non può che essere definito un album assolutamente gradevole, capace di guadagnare ulteriore valore non appena ci si rende conto che purtroppo da certi veterani del versante più old school del death metal – vedi Master o Obituary – non è più possibile aspettarsi nuove prove altrettanto vivaci. Nel loro ambito questi ragazzi sono insomma già una garanzia.