7.0
- Band: NECROTTED
- Durata: 00:31:16
- Disponibile dal: 22/09/2023
- Etichetta:
- Reaper Entertainment
Spotify:
Apple Music:
Al raggiungimento di quindici primavere, non c’è modo più glorioso di festeggiare, se non pubblicando un nuovo disco e impostando un nuovo traguardo. I Necrotted, direttamente dalla piccola cittadina di Abtsgmünd, pubblicano il quinto full-length, ancora una volta per mano di Reaper Entertainment, già presente alla precedente release. “Imperium” ripercorre e conferma ciò che il quintetto tedesco ha messo in campo nel corso di quest’ultima decade abbondante, dimostrando una continuità rispettabile e meritandosi varie apparizioni con Heaven Shall Burn, Dying Fetus e Obituary. A livello compositivo, viene proposta una consistente mezz’ora di deathcore moderno e vivace, colorato qua e là da rimandi al death metal classico e sezioni slam, utili a rendere molto più dinamiche le nove tracce che compongono l’album, trovando così uno sviluppo che ruota con piena spontaneità.
I Necrotted premono sull’accelleratore, puntanto tutto sulla violenza ritmica, tra costanti tappeti di doppia cassa, tempeste di blast-beat e un riffing elaborato e dettagliato. Infatti, oltre alla classica dose di brutalità più classica con chuggy e tremolo picking, la coppia d’attacco alle sei corde sviluppa riff su riff, strato dopo strato, regalandoci in aggiunta numerosi fraseggi melodici che talvolta fanno l’occhilino al black metal, soprattutto in “Reich der Gier” e “Artificial Truth”. La formazione tedesca inserisce anche una giusta dose di ignoranza con qualche breakdown telefonato che ricorda i Despised Icon, esempio tra tutti: “Ignorance Is Fear”.
La prova alle corde vocali è eccellente, scambiando di continuo i vari stili estremi per enfatizzare al meglio ogni sezione delle strofe con repentini cambi di registro, stile che, a chi scrive, ricorda i friulani Despite Exile. La tecnica messa in campo presenta uno standard decisamente alto e sicuramente può stuzzicare i fan di Benighted, Aborted e Lorna Shore, considerando inoltre il sound presente. A tal proposito, la produzione è estremamente moderna e trova facilmente la propria efficacia, soprattutto nelle sonorità degli strumenti a corde, ma pecca di scarsa naturalezza dietro le pelli, risultando un tantino finta.
Tirando le somme, “Imperium” è un album stratificato e molto valido che ci sentiamo di promuovere. Oltre ad una scelta non particolarmente azzeccata nei suoni di batteria, non troviamo sbavature, anzi. La struttura e la durata dei brani trovano un giusto equilibrio che regala un flusso continuo di martellate, facendo si che l’ascolto nella sua interezza si svolga con molta disivoltura e apprezzamento.