NECROWRETCH – Swords of Dajjal

Pubblicato il 30/01/2024 da
voto
7.5
  • Band: NECROWRETCH
  • Durata: 00:37:22
  • Disponibile dal: 02/02/2024
  • Etichetta:
  • Season Of Mist

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Anche se in modo leggero, dato che non si può parlare di veri e propri stravolgimenti da un capitolo all’altro, il percorso artistico dei Necrowretch è sempre stato all’insegna della trasformazione, con piccole novità introdotte a ogni appuntamento e un suono che negli anni si è fatto sempre più ‘nero’ e mefistofelico. Gli esordi più legati a un death-thrash velenoso hanno con il tempo ceduto il passo a una proposta maggiormente affiliata al mondo black metal, per una personificazione in cui riveste non poco rilievo una sensibilità svedese. La definitiva conferma di questo processo arriva con il nuovo “Swords of Dajjal”, un lavoro che vede le tipiche trame belligeranti del gruppo francese guadagnare parecchia varietà e persino una certa setosità (sia pur fugace).
Senza dubbio, è stato importante l’ingresso in formazione del chitarrista Wenceslas Carrieu (ex Cadaveric Fumes), un musicista ambizioso, che con il suo vecchio progetto ha più volte messo in mostra una personalità spiccata nel rielaborare stilemi old school, applicando introduzioni meditative e incursioni sul versante prog a un death metal radicato nella tradizione.
Un approccio maggiormente fuori dagli schemi si respira quindi anche in questa nuova prova dei Necrowretch, dove troviamo il cantante/chitarrista Vlad dialogare più che mai con l’ultimo arrivato, con l’ambizione di sondare un universo death-black capace di conciliare fedeltà alla linea e immaginazione, un luogo in cui si incontrano aggressione totale e valorizzazione di ciò che è armonico.
La tracklist del disco è senz’altro la più variegata e completa sinora confezionata dalla band: l’approccio oltranzista talvolta si mescola a un’impronta più controllata e classicamente heavy metal, i midtempo diventano un po’ più frequenti, così come gli arpeggi di chitarra, mentre sullo sfondo il succitato mood svedese regna sovrano, ribadendo più che mai l’influenza di Dissection,, Dawn, Necrophobic e Watain, nonostante qualche contaminazione mediorientale, tanto nelle melodie quanto nell’immaginario di artwork e testi. Rispetto a molti seguaci di Jon Nödtveidt & Co., i francesi mantengono però, anche in questa veste più equilibrata, una verve fortemente propulsiva, asciutta e maligna: dove tanti si perdono in una ricerca di un romanticismo che non potrà mai eguagliare il pathos dei maestri, Vlad e soci continuano a restare fedeli a un’aura thrilling e sinistra, muovendosi freneticamente tra i vari registri fino a raggiungere una felice sintesi che rende appagante l’ascolto.
L’intuito, l’ispirazione e quella sensazione di continua mobilità sono ciò che rende “Swords of Dajjal” un’opera particolarmente riuscita: tutti i brani risultano finalmente ben caratterizzati e lo sviluppo della tracklist fa emergere con forza l’esigenza di scrivere canzoni vere, non solo di contrapporre staffilate ed esaltazione allo stato brado.
Notevole, ‘aperto’, ben leggibile, a patto di metterci il giusto impegno: questo quinto full-length è un lavoro che non molla le tenebre che hanno sempre avvolto la formazione transalpina, ma, al tempo stesso, sperimenta con efficacia soluzioni sinora inedite per la band, trasmettendo un’idea di compiutezza che in passato non era mai stata così definita. Un ascolto ideale per chi non vede l’ora di misurarsi con l’imminente ritorno dei Necrophobic.

TRACKLIST

  1. Ksar Al-Kufar
  2. The Fifth Door
  3. Dii Mauri
  4. Swords of Dajjal
  5. Numidian Knowledge
  6. Vae Victis
  7. Daeva
  8. Total Obliteration
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