4.5
- Band: NEFASTIS
- Durata: 00:49:07
- Disponibile dal: 24/03/2015
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Quando un disco non “funziona”, di norma ci si accorge di ciò dai primi dieci secondi. È inevitabile quella sensazione che marchia indelebilmente il resto dell’ascolto, quel giudizio sommario, quell’impressione – perché altro non può essere – che condanna inesorabilmente un disco a un giudizio negativo. Non ce ne vogliano i Nefastis, combo milanese all’esordio con questo album, ma dopo l’ascolto di una canzone la nostra recensione era già praticamente scritta. Terminata l’intro, una noiosa sequenza di riff lunghi prima e soli di chitarra prolungati poi, si arriva al primo brano del disco, “Under My Scars”. La traccia si annuncia pomposa, nella costruzione che mira a creare hype per la parte violenta del disco. Che pure arriva, poco dopo, ma non riesce a essere incisiva per via anzitutto dei suoni, molto mosci, e poi dei tanti cliché abusati. C’è poi un intermezzo acustico tutti soffi di vento e cori, “Last Day Of Autumn”, che lascia veramente il tempo che trova prima di “Cold Wind” (appunto), brano che si preannuncerebbe ma che in realtà è il solito già sentito di tastiere, arpeggi e via dicendo, senza chitarra o voce. Un’autentica pausa dall’album che riparte poco dopo con “Grave Of Ice”, altro brano dalla ritmica thrash che varia su uno scream a livello vocale. Sì, perché i Nefastis usano lo scream come tono vocale. Ogni tanto, durante l’ascolto del brano, c’è qualche buon momento, sia a livello di pesantezza musicale (qualche riff, qualche pezzo di doppia cassa di batteria niente male), sia a livello di arpeggi melodici. L’impressione generale però alla fine della fiera è che non si sa bene a cosa ci si trovi di fronte: si tratta di un disco di thrash metal dalle influenze epico-melodiche, o un disco di epic metal con venature thrash e tanto progressive nel mezzo? Il vostro recensore, reo confesso, alla fine dei ripetuti ascolti non è riuscito a risolvere il dilemma. Magari proverà la prossima volta.