7.0
- Band: NEGATIVE VORTEX
- Durata: 00:54:53
- Disponibile dal: 20/01/2023
- Etichetta:
- Sentient Ruin
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Efferata brutalità e magia alchemica, barbarie e insane atmosfere sulfuree. I Negative Vortex portano avanti un discorso di subdola ambivalenza, proiettando un death metal energico, ferino e vecchia scuola in una dimensione più subliminale ed estroversa.
Il duo arriva dal Brasile ma è da tempo stanziato negli Stati Uniti e dalla California imbastisce una formula sicuramente non sorprendente, ma maneggiata con apprezzabile competenza, istinto e acume per non confondersi nel mare delle uscite death metal. All’esordio su lunga distanza – in precedenza un demo dal medesimo titolo passato sottotraccia nel 2015 – i musicisti di origine sudamericana dimostrano ineluttabilmente di aver meditato a lungo e con consapevolezza quale fosse il loro ricettario sonoro prediletto.
Si parte dai primordi della narrazione death metal, avvampando di riff urgenti e sgranati mutuati dalla tradizione svedese, finnica e floridiana, avvicinandosi a seconda dei casi all’una o all’altra scuola. Quel che non manca mai è una malsana sordidezza, quegli effluvi miasmatici che il death metal nei suoi primi anni di esistenza riusciva a emanare, per mezzo di pochi tocchi, espedienti minimi e un’ammorbante percezione di pericolo in agguato. Sabbie mobili o attacchi sregolati che siano, l’impronta del miglior death metal novantiano, coi Grave, gli Entombed, gli Obituary o i primi Death a far capolino, non ci mette molto a emergere e far danni. L’alternanza di veemenza e raziocinio, dosando la velocità e i rallentamenti per assecondare il proprio inquieto sentire, è un’arte nella quale i Negative Vortex sono buoni discepoli dei maestri, così come la ricerca del riff a effetto subisce il fascino dei propri mentori e dà vita a una collezione di spunti di ottima fattura.
La costruzione delle singole tracce propone quindi un’intelligente e fluida miscellanea di forza, depravazione e metallica armonia, andando a toccare una vocazione all’atmosfera abbastanza particolare. Difatti, quando i ritmi si fanno meno incalzanti e ci si tuffa in tempi medi compositi e terremotanti la pressione del maligno aumenta, il suono si fa più tormentato, soffocante ma senza privarsi di dinamismo. In sottofondo, possono pure riecheggiare degli incoerenti sintetizzatori, a gettare un alone ombroso sul death metal e dargli una conformazione poco ortodossa. La strisciante influenza doom, anche in questo caso ossianica e primordiale, diviene una piacevole costante quanto le trame chitarristiche si infittiscono e, invece di attanagliare in una morsa brutale, la musica ci avvolge e si ramifica in piccoli sottotesti sonori. La sensibilità per gli accostamenti lievemente bizzarri può suonare molto ‘brasiliana’, palesando quel generale entusiasmo per il metal più oscuro, estremo e non, che le compagini sudamericane tendono a palesare nel loro operato. In fondo – neppure tanto – lo slancio delle parentesi tambureggianti e briose mette in evidenza un forte amore per i Sepultura del periodo “Beneath The Remains”/”Arise”, grazie a stacchi thrasheggianti e fiumane soliste di grande impatto e incisività esecutiva. È proprio quando la musica si colora di atmosfera, esuberanza e tecnica che i Negative Vortex si fanno apprezzare, mentre nella loro versione più torva e votata allo scontro emerge qualche limite, una tendenza alla monotematicità che non rende giustizia alle buone idee del duo.
Ciò non va a deturpare il valore complessivo di “Tomb Absolute”, che nonostante i cospicui minutaggi dei singoli brani non perde il filo e, al netto di qualche appesantimento qua e là, offre materiale prelibato per gli appassionati del death metal più verace. Un nome da tenere d’occhio.