9.0
- Band: NEGURA BUNGET
- Durata: 00:54:00
- Disponibile dal: 01/03/2003
- Etichetta:
- Code666
- Distributore: Audioglobe
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Quarto, e come sempre capolavoro, del trio rumeno dei Negura Bunget. Erano altri tempi quelli in cui questa band muoveva i primi passi nelle foreste della Transilvania ma, nonostante l’alternarsi degli astri, un alone mistico e impenetrabile continua ad avvolgere la band rumena. Il gruppo ha ormai raggiunto una tale maturità stilistica e una dimensione così particolare da scrollarsi di dosso l’accusa (mossa a tantissime band) di esser emuli e figli insieme di “In The Nightside Eclipse” debut album dei compianti Emperor, forse il lavoro black metal che ha influenzato maggiormente le generazioni successive. Molti sono i segreti arcani che una terra ancora vergine come la Romania cela nel cuore delle sue vaste foreste, misteri molto più affascinanti dell’epopea del voivoda impalatore. Già il penultimo album “Maiastru Sfetnic” aveva fatto gridare al miracolo, un libro nero carico di suggestioni, dalla confezione preziosa, dalla musica sgorgante da fonti antiche. Con “‘N Crugu Bradului” Negru e soci sono riusciti a formulare la risposta ai quesiti che una parte della musica estrema si pone da tempo: come poter abbinare la furia del black metal ad elementi peculiari di differenti tradizioni. Tutto si ritrova in queste quattro lunghissime canzoni, in cui flussi psichedelici, cupo fatalismo, tetri momenti sospesi, atmosfere angoscianti si intrecciano, si sfiorano, si rubano la scena senza lasciare mai che sul palco delle emozioni cali il sipario. I Negura Bunget ci mostrano il passaggio che trascina ad una nuova dimensione della musica, un flusso di note e immagini che vanno a formare uno scenario in cui un culto misterico prende forza da rituali dimenticati, compiuti sotto una notte senza stelle. Un sinistro passato sembra ridestarsi, il sangue della Dacia ferita e pagana scorre ancora e bagna questo cd, pietra megalitica della musica estrema, destinato a tingere il mare morto delle idee. I riff di chitarra sono sempre originali, a volte spiazzanti per la loro imprevedibilità, la batteria funge da battito pulsante, ritmo sacro per accompagnare un sacrificio occulto presieduto dalla voce sciamanica e crudele di Hupogrammos Disciple’s. L’aggiunta di vari strumenti tradizionali è un semplice tocco di classe in più ad universo già completo. Complimenti alla nostrana Code666 per credere ancora in questi licantropi della Transilvania. “Vazduh”, la canzone scelta per lo stupefacente video contenuto in questo cd, è la dimostrazione che il contesto dei Negura Bunget è immerso nelle tetre foreste della loro terra, dove luce non traspare se non per abbandonarsi alle tenebre.