NEGURA BUNGET – ZI

Pubblicato il 20/10/2016 da
voto
7.0
  • Band: NEGURA BUNGET
  • Durata: 00:48:48
  • Disponibile dal: 30/09/2016
  • Etichetta:
  • Lupus Lounge
  • Distributore: Audioglobe

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Eccoci giunti con “ZI” (in rumeno, ‘giorno’ o ‘dire’) al capitolo mediano di quella ‘trilogia transilvana’ iniziata con lo scorso“Tău” (‘tuo’ ma anche ‘abisso’). Il successore di  “Vîrstele Pămîntului” (‘le età della terra’) – l’ottima prima prova della versione 2.0 dei Negura Bunget, quella di cui Negru è sostanzialmente padre e padrone –  ha fatto registrare un ennesimo cambio di line-up (rimasta però stabile da allora) non convincendo appieno.  “ZI” si colloca in una posizione simile, ovvero quella di un buon disco, non completamente all’altezza di un glorioso passato, anche recente. “Tul-ni-că-rînd” (letteralmente ‘suonando il tulnic’) – già disponibile all’ascolto da quest’estate – ci introduce, anche grazie all’uso del tulnic (la versione rumena del lungo corno tipico della tradizione folk di molte popolazioni montane europee) in un mondo fatto di vita pastorale, antichi riti e ritmi di vita legati a quelli della natura. E’ evidente sin da subito che la capacità di creare atmosfere dalle particolari caratteristiche etniche è ancora un marchio di fabbrica del combo rumeno, che punta moltissimo su questo aspetto, mettendo in secondo piano la componente black metal. Quello che però si avverte altrettanto chiaramente è una certa stanchezza a livello di songwriting, che a volte fa capolino, rendendo le composizioni a tratti un po’ noiose e dispersive: “Brazdă Dă Foc” (‘solco di fuoco’) e “Baciu Moșneag” (‘vecchio pastore’) ne sono un esempio. Tra gli episodi più riusciti ci sono “Grădina stelelor” (‘giardino di stelle’) che coniuga una struttura avantgarde con del black metal dalle forti tinte folk e un certo groove di fondo, e  la melodica e trascinante “Stanciu Gruiul”, ballata popolare folkloristica che celebra alcune figure leggendarie di aiduchi (gruppi liberi di combattenti, in parte briganti, impegnati nella difesa del territorio transilvano contro gli Asburgo all’inizio del XVII secolo) . L’ultima traccia è la più sperimentale e distante dalle radici black metal del gruppo: ipnotica e psichedelica, richiama alcune cose degli In The Woods, e vede come protagonisti suoni dilatati e rarefatti e voci pulite maschili e femminili. In definitiva, nonostante un paio di momenti sottotono, siamo di fronte ad un buon lavoro (anche se difficile, nel senso che necessita di molti ascolti per essere assimilato) che si pone in soluzione di continuità con il suo predecessore, introducendo però nuovi elementi. Il nuovo corso dei Negura Bunget, che si basa sull’atmosfera più che sull’irruenza, e mostra nuove sfaccettature – non sempre così oscure –  della band e dell’immaginario del loro Paese, probabilmente non piacerà ad alcuni fan della prima ora, ma merita quantomeno un’attenta valutazione.

TRACKLIST

  1. Tul-ni-că-rînd
  2. Grădina stelelor
  3. Brazdă dă foc
  4. Baciu moșneag
  5. Stanciu Gruiul
  6. Marea cea mare
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