6.0
- Band: NERVOCHAOS
- Durata: 00:53:21
- Disponibile dal: 21/06/2019
- Etichetta:
- Hammerheart Records
- Distributore: Audioglobe
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Quando le prime note di “Necroccult” riecheggiano dallo stereo un leggero stupore, misto a godimento, pervade le orecchie: quel riff, meno pesante di quello originario ma più pungente, ci rimanda per forza di cose al lugubre intro di “Obsculum Obscenum” di tali Hypocrisy. Sfumata l’esaltazione iniziale e con esso il primo, strumentale, brano, il qui presente “Ablaze”, ottava fatica dei NervoChaos, si lancia verso un lunghissimo e, a dire il vero, monotematico assalto in chiave thrash/death che, proprio a causa della sua durata, scade in continue e ridondanti ripetizioni. Diciamo che sui sedici pezzi previsti in tracklist, almeno la metà poteva tranquillamente rimanere sulla carta. La scuola death della band brasiliana è ancorata saldamente al sound emanato a suo tempo dai padri del genere in terra carioca: dai Sepultura ai Sarcofago ai Vulcano, oltre ai contemporanei Torture Squad. Il tiro, così come i riff ed il timbro ritmico, tipico di certe sonorità, vengono praticamente rimarcati in ognuno dei singoli episodi ma, se nella prima parte dell’album, da “Demonic Juggernaut” sino a “Cave Bestiam” una certa varietà d’intenti sembra tenere alto l’interesse generale, convogliando sfuriate senza tregua (“Whisperer In Darkness”), passaggi più lenti e desolanti (“Feast Of Cain”) e uptempo più aggressivi (“Death Rites”) durante i quali la voce tenebrosa di Diego Marcadante fa da contraltare a quella al vetriolo di Guiller, dopo la mitragliata sonora di “Dawn Of War” è un susseguirsi di ciò che si è appena avuto modo di ascoltare. Ripetizioni in serie che, oltre a testimoniare un calo inevitabile di idee, fa perdere grinta ed energia all’intero full-length. Peccato perché le avvisaglie di un lavoro discreto, sempre nell’ambito underground della proposta, c’erano tutte. Non si spiega questo allungamento biblico di pezzi che, a ben guardare, è un po’ il marchio di fabbrica degli stessi NervoChaos ma che, forse, questa volta, è andato oltre ogni limite.