NEUROSIS – Through Silver In Blood

Pubblicato il 01/12/2021 da
voto
9.5
  • Band: NEUROSIS
  • Durata: 01:10:40
  • Disponibile dal: 02/04/1996
  • Etichetta:
  • Relapse Records

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Purifica i miei inferni/ Per scalare i cieli/ Sacrifica la carne/ Nutri le visioni solari

Il termine post-metal  è ancora oggi una titolazione piuttosto dubbiosa e aleatoria, non potendo ricondurre del tutto a ciò che si potrebbe/dovrebbe intendere col suo utilizzo, ai suoi confini più determinanti o chiarificatori. Detto questo, però, qualunque portata questo nome possa avere, certamente ha dalla sua il fatto di avere come veri e propri padrini i Neurosis.
Scott Kelly e soci, infatti, sono stati per il post-metal quello che i Black Sabbath sono stati per il metal tutto, e formazioni che oggi vantano fortuna critica (e commerciale) specifica come Mastodon, Converge, Cult Of Luna e moltissime altre non sarebbero mai esistite. Almeno in queste forme.
Portando perfettamente a termine l’estro compositivo e di ricerca dell’hardcore sempre più rallentato dei precedenti quattro dischi, “Through Silver In Blood” – uscito nell’aprile del 1996 per una ancora giovane Relapse – suscitò subito l’attenzione (per alcuni spavento) di certa critica per la sua miscela innovativa di rumore e psichedelia scuola Swans, di difficile catalogazione specifica. Intorno c’era la fine commerciale del metal propriamente detto: i Maiden non avevano più Dickinson, i Metallica avevano iniziato ad abbandonare le scorribande thrash, mentre intorno i Nine Inch Nails avevano portato in pay-per-view la violenza espressiva del loro concerto da headliner al nuovo Woodstock  e band come Korn, Marilyn Manson e Rage Against The Machine stavano ridefinendo il cross-over dei generi in televisione, sfidando, molte volte, il perbenismo americano. Ma qualcosa, legato al malessere urbano, stava ancora ribollendo nel sottobosco underground; qualcosa di mefitico che stava imponendo i suoi capolavori mefitici e roboanti di post-hardcore contaminato (Melvins, Jesus Lizard, Acid Bath e chi più ne ha più ne metta). La musica rumorosa e insofferente, insomma, stava prendendo nuove sembianze e cambiando pelle per non finire nel dimenticatoio e nemmeno offrirsi così esplicitamente alle nuove mode. Gli anni erano davvero quelli giusti per sferragliare su disco i turbamenti esistenziali di un mondo in continuo cambiamento.
Opportunamente considerato in questi termini spazio-temporali, non sorprende che, nel corso degli anni, il disco sia entrato in moltissime classifiche dei migliori prodotti di heavy music di sempre, finendo ovviamente sempre tra le prime posizioni per quanto concerne il post-metal, che era un termine che nemmeno si usava all’epoca.
Un album fisicamente impegnativo, sia per l’ascoltatore che per i musicisti che strappano questi suoni abrasivi dai propri strumenti ed esorcizzano urla strazianti dalle loro gole. Non è un album commercialmente amichevole, né uno per il quale si applicano i dogmi a volte opprimenti della musica pesante. Intenso come solo musica che non nasce da sogni ad occhi aperti, ma da qualcosa di profondo che deve essere estratto con la forza o con la volontà. E ci è voluto un duro tributo fisico su di loro per farlo accadere. Oscuro e immenso monolite, “Though Silver In Blood”, offre il peso dei suoi settanta minuti in maniera incredibilmente onesta e brutale, così come avidamente libera e ispirata. Una stella-locusta ruvida e strisciante, ma al tempo stesso lontana, intoccabile, che diventa la metafora di un lavoro che era già inteso per rimanere come faro dell’underground distorto, cementando un decennio di musica intesa come luogo per definire chi si è all’interno del mondo. Il termine sludge (fangoso e viscoso, in pratica) non poteva trovare miglior configurazione che in questi dettami, in queste forme squadrate, inquiete, paludose e nichiliste. Una poetica, questa, che qui raggiunge il suo punto creativamente più potente, esistenzialmente più significativo, potenzialmente più florido. Il climax nutrito di quel fattore X che permetterà a questa formazione di divenirne emblema.
Una fottuta ferrovia per l’inferno“: così Von Till, successivamente, chiamò quel periodo: lui in profonda depressione, Scott Kelly homeless e nel pieno di una dipendenza e le varie vicissitudini che la band di Oakland si trovava a fronteggiare sono l’humus fertile di cui si nutre il malessere dell’opera. Le trame violente Jason Roader, il recupero della tribalismo più ancestrale, la ricerca di un sound sempre più vicino a quello dei contemporanei Godflesh, che potesse rappresentare il disfattismo industriale e metropolitano, traghettato da un Dave Edwarson distorto e mefitico nei suoi supporti sempre più dilatati; un lirismo che affondava i denti nella metafora e nella simbologia astratta e una ricerca sonora sempre più atmosferica (che non a caso aprirà i Tribes Of Neurot): elementi essenziali per fondare un capolavoro. Oltre, naturalmente, ad una volontà ferrea di ‘suonare a proprio modo’, inteso come urlo liberatorio nei confronti dell’omologata civiltà via cavo, unendo il verbo sabbathiano con l’hardcore più libero e l’ipnosi psichedelica di certo retroterra culturale da sempre presente negli ascolti dei due mastermind, così ancora tanto legati alla tradizione nativa americana (soprattutto tematica), così come al post-punk.
L’addizione delle tastiere di Noah Landis, oltre a tutto ciò, pone il nero suggello creativo su quello che era un campo già pienamente fertile e arato coi semi più oscuri. I loop di noise della titletrack, gli innesti rumoristici e timbrici di “Purify” (che diventeranno mirabili nel seguente “A Sun That Never Sets”), i pad eterei che circondano le bordate distorte del lotto, i rintocchi di piano di “Aeon”, divengono una proposta creativa che – inserita in questo contesto – non poteva che diventare epocale e massimizzare l’espressione di questa violenza esistenziale. La potenza immediata – al tempo stesso complessa – di “Eye” e “Locust Star”, le due tracce ‘corte’ del disco (senza naturalmente contare i due momenti di stacco di “Rehumanize” e “Become The Ocean”, comunque essenziali come narrazione) diventarono immancabilmente materiale obbligato per ogni setlist della band da lì a venire, imponendosi come capisaldi di quell’espressività violenta durata una decade. Così come i nuovi innesti timbrici e sperimentali, i tempi dispari di “Eye” diventeranno uno dei motori principali del ‘marchio Neurosis’, che contribuiranno a celebrarli nei due successivi “A Sun That Never Sets” e “The Eye Of Every Storm”, più maestosi e ricercati e meno rabbiosi e violenti, e che formeranno la grande triade discografica di questa band. Ma è proprio con il disco del 1996 che il lato ‘hard’ della band assurge a nucleo fondamentale del prodotto, purtroppo (o per fortuna) mai più ricreato nella discografia dei californiani.
Sono infatti le trame avantgarde e sperimentali del disco che porteranno la band a intraprendere sempre più quella strada. “Purify” e “Strength Of Fate” diventano radici per creare i successivi trip che renderanno memorabili anche i due dischi successivi. “Aeon”, nella sua mirabile progressione, offre un comparto ritmico e sonoro che è Bibbia dello sludge tutto, aprendosi con quello che stava iniziando ad essere definito post-rock e poi diventando violenza tribale, poi ancora arpeggio nichilista e post-apocalittico, infine macigno schiacciante e opprimente che esprime il disagio di un’epoca intera e di tutto il suo peso simbolico: “Our universe will breed / Aeon – ravens descend / Freeze – your destiny / Breathes discord / Fall, obsidian tides / Will be nature’s bane”.
Tutto era già in fieri (il finale di “Souls At Zero” è il preludio stesso all’opening track) e tutto sarà fondamentale per lo sludge, per il nuovo corso del post-metal, e di tutto quello che si cercherà di dire con il rumore pensato e non solo sbraitato fuori. Cuore, anima, idea: elementi argentei che scorrono come sangue, in un’analogia che più si tenta di descrivere e più sembra diventare inappropriata. Meglio viverla, o lasciare che scorra dentro chi ha la fortuna di sentirne il pulsare.

TRACKLIST

  1. Through Silver in Blood
  2. Rehumanize
  3. Eye
  4. Purify
  5. Locust Star
  6. Strength of Fates
  7. Become the Ocean
  8. Aeon
  9. Enclosure in Flam"
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