6.0
- Band: NIGHT DEMON
- Durata: 00:38:02
- Disponibile dal: 21 aprile 2017
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
Si dice che un artista ha personalità quando, pur prendendo spunto dai colleghi che l’hanno preceduto, riesce a mettere nell’opera prodotta quel pizzico di brio esclusivo, quella buona dose di ‘suo’, che lo porta a diventare un qualcosa di diverso, e pertanto di originale, rispetto ai molti emuli di quel gruppo o genere che hanno fatto la storia. Assodata quindi la difficoltà odierna nel trovare nuove vie o comunque nuove formule metalliche che riescano a scostarsi dal temibile ‘già sentito’, è nel contempo richiesto un minimo di singolarità nella proposta stessa. Ed è su questo aspetto che i Night Demon dovranno lavorare in futuro, e parecchio. Già con il debut album, infatti, “Curse Of The Damned” del 2015, la band americana aveva manifestato la spasmodica passione per il sound granitico made in NWOBHM, abbinandolo alle forme più ‘rotonde’ tipiche dell’US Metal, senza tuttavia aggiungere quel piglio personale di cui si scriveva. Con “Darkness Remains” la passione è rimasta tale anzi, si è addirittura trasformata in una sorta di ‘fobia’ per il passato, con l’intera tracklist che si erge come un autentico omaggio ad Iron Maiden e soci. Da “Welcome To The Night” sino alla conclusiva title-track, i richiami agli anni che furono sono continui. Prima, come scritto, la ‘Vergine di Ferro’, quindi, con la fulminea “Maiden Hell”, l’orecchio tende alle sonorità marchiate Raven e Tank, poi, con un ulteriore salto all’indietro, l’atmosfera ricalca il primo doom firmato Black Sabbath (“Stranger In The Room”) infine, si ritorna agli anni ’80 con “Life On The Run”, in cui l’accoppiata Saxon-Riot prende decisamente il sopravvento. Ed il giro rimane questo, riprendendo in toto o comunque a sprazzi, i ‘grupponi’ sin qui citati. Il trio americano non suona male, la grinta giusta traspare dai singoli pezzi ma, a parte questo, di nuovo c’è ben poco; e pure la voce di Jarvis Leatherby, leader e bassista del gruppo, non riesce a dare quella sferzata ‘personale’ a dir poco obbligata dato che si è giunti ormai a metà del lavoro. La linea tracciata non trova invece alcuna variante, calando ancor di più nel finale dove, un pezzo strumentale pressoché inutile, apre la strada a “Darkness Remains” in cui lo stile da ‘pianeta carovana’ sabbathiano, qui in versione molto più soft, salta subito all’orecchio. Per cui: ringraziati a dovere (e ci mancherebbe) i big del passato, cari Night Demon chiudete la sacra Bibbia del metal e aprite il vostro capitolo.