NIGHT GAUNT – The Room

Pubblicato il 07/11/2018 da
voto
7.0
  • Band: NIGHT GAUNT
  • Durata: 00:37:30
  • Disponibile dal: 02/11/18
  • Etichetta:
  • Terror From Hell Records

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Che il lutto abbia definitivamente inizio. Celebranti del malinconico rito liturgico i nostrani “Night Gaunt” che, con il qui presente “The Room”, aggiungono un secondo importante tassello alla loro carriera dedicata al doom più genuino e quindi più profondo. Sei tracce cupe e misteriose decantate dall’ugola baritonale di Giuseppe Colio, in arte GC, per innalzare la negazione, la rabbia, il patteggiamento, la depressione e l’accettazione del triste evento. Una quarantina di minuti in cui i rimandi alle forme più liriche e brutali dei Celtic Frost, alle cadenze made in Saint Vitus e Candlemass oltre ad alcuni passaggi più acidi simil primi Death SS riecheggiano solennemente, a coronamento di un quadro desolante ed ansioso dipinto alla perfezione dagli stessi Night Gaunt.
Espulso dalla Terror From Hell Records e registrato presso i Devil’s Studio di Roma (già casa dei Destroyer 666 e Demonomancy), le porte di “The Room” si aprono con la titletrack: una litania cantilenosa ed affascinante, scandita da un riff malignamente melodioso, utile ad introdurre l’ascoltatore tra le atmosfere funeree che arriveranno in seguito. Ed è con un urlo di ‘fischeriana’ memoria che prende avvio la successiva “Penance”: grezza, maleodorante nella prima parte, truce e più tirata nella seconda, in cui una folle corsa tellurica strizza nuovamente l’occhio alla band di Tom G.Warrior. Ma è la matrice doom, quella più classica e ammaliante, ad abbracciare l’intero full-length e tornare prepotente con “Oval Portrait” dalla quale è stato recentemente tratto un videoclip diretto dallo stesso M.Tystnade, alias Marco Leonardo Bonaventura, batterista della band romana. E se “Veil” interpreta la parte ipnotica e magnetica dell’album, è la magica “Labirinth” a marchiare lo stato di smarrimento e di confusione mentale che colpisce ogni individuo a seguito di un evento luttuoso. Un mix di emozioni ben testimoniato anche dalla cover di “The Room”: l’olio su tela a firma Nicola Samorì sembra raffigurare proprio quel momento in cui l’idea di aver perduto una persona cara diventa insostenibile. Un alternarsi di commozione e rabbia riassunta a pieni voti dalla conclusiva “The Owl”: ritmi cadenzati vengono protratti per nove minuti ad intavolare una lunga litania mentre la malinconia, simboleggiata dal gufo, chiude definitivamente le porte di questa stanza funebre dalle tinte tricolori.
Senza gridare al miracolo, i Night Gaunt sono stati in grado di ripetere quanto già di buono avevano offerto con l’omonimo primo album di quattro anni fa: un diligente quanto efficace doom, come nelle migliori tradizioni.

TRACKLIST

  1. The Room
  2. Penance
  3. Oval Portrait
  4. Veil
  5. Labyrinth
  6. The Owl
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