7.5
- Band: NIGHT IN GALES
- Durata: 00:40:49
- Disponibile dal: 24/07/2020
- Etichetta:
- Apostasy Records
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Stavolta i tedeschi Night In Gales non hanno fatto spegnere l’ennesimo fuoco di paglia della loro ormai lunga carriera, ma sono riusciti proditoriamente a tenerlo vivo e acceso: dopo il sorprendente back-to-the-roots album di due anni fa, “The Last Sunsets”, ottimamente accolto un po’ ovunque e vera e propria stilettata sanguigna in perfetto melodic death metal old style, i Nostri, ancora con il cantante originario Christian Muller a farsi sanguinare le corde vocali con il suo screaming urticante, tornano alla carica con “Dawnlight Garden”, settimo disco a dare mostra del gran savoir-faire compositivo dei fratelli Basten e del bassista ‘Tobbe’ Bruchmann.
Per i nostagici e i sempreverdi delle sonorità succitate, eliminiamo subito qualsiasi dubbio: tolto l’ovvio affievolimento dell’effetto sorpresa, questo nuovo platter saprà soddisfare sia i palati più avidi e mai sazi della vecchia scuola del death metal melodico, sia chi ancora non conosce la formazione di Colonia e ha intenzione di cimentarsi nella sua scoperta. La ricetta non è cambiata, come accennato sopra, da “The Last Sunsets”, sebbene qualche sentore ‘diverso’ un orecchio attento lo possa rilevare. I Night In Gales si mantengono su coordinate decisamente telluriche, almeno per quanto riguarda la velocità di crociera media e la roboanza delle loro solite melodie, adattissime ad incorniciare albe e tramonti rossastri, subito dopo mille battaglie e migliaia di morti. L’inseguirsi delle chitarre di Frank e Jens Basten è al solito frenetico e a tratti, come ad esempio nella ripresa di “A Spark In The Crimson Eclipse”, tratta dal demo “Razor”, risalente a prima del debutto “Towards The Twilight”, e rimodernata per l’occasione, rammenta davvero quell’epoca indimenticabile di nascita e primo sviluppo del genere, quando tutto suonava più estremo e geniale.
Rispetto al succitato esordio ed anche al platter precedente, gli unici due lavori dei NIG paragonabili al nuovo “Dawnlight Garden”, il qui presente è forse leggermente più ragionato e meno old-school, con alcune partiture e alcuni arrangiamenti che vanno a metà strada tra At The Gates ed Heaven Shall Burn, se non che poi la maestria chitarristica e la particolarissima atmosfera che permea la musica dei Night In Gales riescano quasi sempre a marchiare a fuoco la struttura e le peculiarità dei brani, soprattutto nei diversi agganci melodici e nei riff in tremolo picking, alcuni di essi splendidi. C’è spazio anche per qualche momento più intimo, nel nuovo “Dawnlight Garden”, ma è roba di qualche decina di secondi, perchè poi le tracce, regolarmente, si scapicollano a folle velocità in labirinti di doppie casse o squassanti tupa-tupa. Come al solito, è molto difficile estrapolare un brano spiccante sugli altri; la tracklist va assimilata in blocco unico e compatto, lasciandosi trasportare lontano, sulle ali di questi capacissimi attori tragici, reliquie di un Medioevo infuocato ed infernale. “Winterspawn”, “Choir Of Unlight”, il singolo “Through Dark Decades”, la titletrack, l’opener “Beyond The Light”, “Beasts Leave Tombs Again”: man mano che saliranno gli ascolti, vi assicuriamo quanto entusiasmo e fomento aumenteranno di conseguenza, allo scoprire di elementi, melodie, armonie e twin guitar sempre nuove e fresche. Un altro solido mattoncino posto sulla costruzione Night In Gales, quindi, forse mai stata così forte ed in forma come in questi anni di rinascita. Da prendere a scatola chiusa, sebbene per noi un pelo inferiore a “The Last Sunsets”.