NIGHT IN GALES – The Last Sunsets

Pubblicato il 27/02/2018 da
voto
8.0
  • Band: NIGHT IN GALES
  • Durata: 00:39:47
  • Disponibile dal: 23/02/2018
  • Etichetta:
  • Apostasy Records

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Night In Gales, decisamente buona la terza incarnazione e speriamo che sia più duratura della seconda! La band tedesca, fra i più interessanti e precoci epigoni dei prime-mover del death metal melodico di inizio/metà anni Novanta, mai riconosciuti tali in quanto fuori dalla scena Goteborghiana o comunque perché non-scandinavi, si ripresenta in pista per la terza volta nel tentativo di rinverdire fasti ormai divenuti nostalgici ed impolverati dal tempo: il debutto “Towards The Twilight”, edito nel 1997, è una di quelle perle nascoste e sottovalutate del genere in questione, pregno di un’atmosfera crepuscolare ed epica assolutamente peculiare; il successivo “Thunderbeast”, poi, segnava un pericoloso avvicinamento alle sonorità allora iper-vincenti degli In Flames di “Whoracle”, così come il terzo “Nailwork”, dotato di un maggior piglio thrash e sperimentale; fino ad arrivare al quarto e in-your-face “Necrodynamic”, bordata di thrash-death metal con pochi compromessi. Di lì a poco ecco il primo hiatus, con la band che perde l’abbrivio e l’entusiasmo scivolando pian piano nel dimenticatoio. Il batterista Christian Bass si vede progressivamente sempre più con gli Heaven Shall Burn, nei quali entrerà in pianta stabile per sostituire il defezionario Matthias Voigt; al suo posto, per la realizzazione del quinto lavoro “Five Scars”, andato a segnare in maniera buona ma piuttosto anonima, nel 2011, la prima resurrezione dei Night In Gales, ecco l’oriundo italiano Adriano Ricci. Un altro rapido bagliore di lampo, prima della nuova calata nella notte dell’oblio, durante la quale lo storico e capace vocalist Bjorn Goosses decide di dedicare anima e voce ai suoi The Very End, discreta thrash-death metalband sui generis. Infine, per concludere questa doverosa rinfrescata sulla storia di tale formazione, arriviamo al 2017, quando i Nostri, guidati sempre dai fratelli Jens e Frank Basten alle chitarre e dal bassista Tobias Bruchmann, ritrovano voglia e soprattutto verve per ri-azionare il gruppo dotandosi delle abrasive voci di Christian Muller, già all’opera con i NIG sul primissimo EP di culto “Sylphlike”. “The Last Sunsets”, fuori per Apostasy Records, è il risultato finale del nuovo corso, un album che si può leggere in diversi modi ma che ha una fondamentale qualità di base: spacca! Death metal melodico dei primordi, suonato e prodotto con tutti i crismi e pregno di quella stessa aura malinconica e decadente che rese grande ed incompreso “Towards The Twilight”. La voce di Muller, inoltre, sebbene più monocorde di quella di Goosses, riesce per buona parte del lavoro a dare la paga ad un’icona del genere quale ‘Tompa’ Lindberg, tanto che siamo parecchio dubbiosi, una volta uscito il prossimo lavoro degli At The Gates, su quale sarà il vero disco top del genere nel 2018! Sì, non crediamo di bestemmiare troppo affermando ciò, ma solo il tempo ci saprà dare una risposta: fatto è che, pur decisamente rientrante nell’ambito degli album di mestiere, e quindi in qualche modo ‘furbo’, questo “The Last Sunsets” appassiona dalla prima nota dell’opener e title-track terremotante fino alla conclusione adrenalinica di “Dust And Form”. Due brevi pause, corrispondenti alle strumentali per chitarra acustica e pianoforte, rispettivamente “The Passing” e “Cessation”, che fra l’altro paiono la stessa composizione rivista ai due strumenti, si incasellano perfettamente tra le altre dieci fucilate melodiche, solenni ed epiche, che strabordano di riff ficcanti, hook penetranti, twin-guitar da leggenda e ritmiche telluriche. Nessun chorus pulito, nessuna concessione a lenti smielati, solo una corsa rapida e a capicollo tra tramonti sanguinanti, civiltà morenti e paesaggi infuocati. Basta ascoltarvi in rete i pezzi in giro da qualche settimana per capire e captare la bellezza di un disco retrò come questo: “The Mortal Soul”, “The Spears Within” e soprattutto “The Abyss” vi lasceranno di stucco per tiro, violenza e capacità di coinvolgimento. Un disco che non ci saremmo mai più aspettati dai Night In Gales, che si instaura all’interno della loro discografia certamente un gradino sotto soltanto all’esordio, ma che, per certi versi, lo supera anche, sollevando paragoni forse esagerati ma anche meritati. Ottimo rientro, non lo si smette di ascoltare facilmente.

TRACKLIST

  1. The Last Sunsets
  2. Dark Millennium
  3. The Mortal Soul
  4. The Passing
  5. Architects Of Tyranny
  6. The Abyss
  7. The Spears Within
  8. Circle Of Degeneration
  9. Kingdom Of The Lost
  10. Cessation
  11. In Pain, In Silence
  12. Dust And Form
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