NIGHTBEARER – Defiance

Pubblicato il 06/06/2025 da
voto
7.5
  • Band: NIGHTBEARER
  • Durata: 00:46:07
  • Disponibile dal: 13/06/2025
  • Etichetta:
  • Testimony Records

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Terzo capitolo discografico per i death metaller Nightbearer: con “Defiance”, i tedeschi propongono un lavoro che rifinisce le coordinate del già convincente “Ghosts of a Darkness to Come“ (2022) e che, almeno a tratti, ne espande l’ambizione sia musicale che concettuale.
Laddove il disco precedente già faceva intravedere un discreto potenziale narrativo e atmosferico, “Defiance” lo consolida e, in qualche circostanza, lo eleva. Il consueto timbro ruvido del pedale HM-2 permane, granitico e onnipresente, ma attorno ad esso si intrecciano ulteriormente nuove trame: melodie minacciose e crepuscolari, passaggi più affini a standard black-death, suggestioni doom e inserti di malinconia strumentale costruiscono un paesaggio sonoro più stratificato e tutto sommato più audace.
L’album si muove lungo una narrazione lirica ispirata alla trilogia “His Dark Materials” di Philip Pullman, raccontando una guerra simbolica tra superstizione e illuminismo, religione e conoscenza. Non è un concept ‘facile’ né didascalico, ma si sposa con intelligenza con l’approccio musicale più atmosferico e melodico che la band ha scelto di adottare in quest’occasione. Le influenze svedesi sono onnipresenti, ma filtrate attraverso una sensibilità che non teme un certo tipo di contaminazione: il riffing è tagliente, spesso intrecciato in melodie che richiamano Dissection e Necrophobic, mentre l’uso dei midtempo dona al tutto un’aura più solenne e riflessiva, quasi death-doom per peso e intensità emotiva. Alcuni episodi, inoltre, si mettono in gioco optando per delle strutture più ampie ed elaborate, come nella lunga e ambiziosa “Ascension”, brano che rappresenta al meglio la volontà del gruppo di uscire dai confini più old school del genere per esplorare diverse forme espressive.
Un discorso a parte, infine, lo merita “Until We Meet Again”, strumentale ariosa che guarda al vecchio melodic death di scuola In Flames, in un registro però più luminoso che energico. È forse l’unico momento in cui “Defiance” appare meno coeso: un frammento sin troppo sfavillante che rischia di disallinearsi dal tono ombroso e solenne dell’album.
Del resto, il principale punto di forza dell’opera sta nel suo equilibrio tra impatto e atmosfera: le melodie – appunto molto presenti, ma quasi sempre non troppo zuccherose – si intrecciano ai riff con intelligenza, costruendo tensione senza sacrificare la spinta. La produzione, potente ma non eccessivamente levigata, riesce a tenere insieme le diverse anime dell’album con naturalezza. L’artwork e l’impianto concettuale, curati nel dettaglio, rafforzano la sensazione di trovarsi davanti a un lavoro pensato con attenzione, non solo per aggredire, ma anche per evocare e raccontare.
“Defiance” a tratti sa indubbiamente un po’ di démodé, a livello stilistico, ma è comunque un disco gestito da mani sapienti e ben architettato nel suo complesso, con la band che – al di là di qualche momento più dozzinale – dimostra di essere effettivamente alla ricerca di una scrittura consapevole, lontana dai semplici esercizi di stile. Non a caso, la tracklist avvolge con uno sviluppo misurato, colpendo più per il mood d’insieme che per l’immediatezza dei brani.
Il tutto potrebbe comunque suonare anacronistico a chi cerca maggiore innovazione o una miscela dai riferimenti meno scontati, ma per chi apprezza molto il death metal melodico con radici ben piantate nell’underground novantiano, questo è un capitolo che ha un suo valore, a maggior ragione se si è tra coloro che seguono con piacere un certo panorama teutonico, vedi Night In Gales, Fragments Of Unbecoming o anche i Sulphur Aeon, nei loro momenti più asciutti.

 

TRACKLIST

  1. Dust
  2. His Dark Materials
  3. Defiance
  4. One Church over All
  5. Dying Knows No Bounds
  6. Reign Supreme
  7. Under the Sun of War
  8. Ascension
  9. Until We Meet Again
  10. Republic of Heaven
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