voto
6.0
6.0
- Band: NIGHTFALL
- Durata: 00:43:02
- Disponibile dal: 30/08/2010
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Ci sono due greci, un tedesco e un americano. No, non è una barzelletta… abbiamo appena elencato la nuova formazione dei Nightfall! Sì, perchè il frontman/leader Efthimis Karadimas questa volta ha guardato anche al di fuori della Grecia per imbastire questa nuova incarnazione della sua band. Sono passati ben cinque anni dalla pubblicazione di "Lyssa" e, nel frattempo, i Nightfall si sono sciolti e poi riformati, diventando ora una realtà internazionale, che vede appunto l’apporto del chitarrista Evan Hensley e del batterista Jörg Uken, oltre a quello del suddetto Karadimas e del tastierista Stathis Cassios. Diciamolo subito, i nuovi arrivati non sono esattamente dei grandi nomi e, tutto sommato, si rimpiangono le vecchie lineup di questa storica dark/death metal band. Anche quella di "Lyssa", ad esempio, con George Bokos (Rotting Christ) alla chitarra e George Kollias (Nile) alla batteria, aveva senz’altro più personalità di quella all’opera oggi. Non che i nuovi arrivati siano dei completi incapaci, tuttavia, mentre si ascolta "Astron Black And The Thirty Tyrants" (che viene pubblicato addirittura dalla Metal Blade!), si ha l’impressione che questa formazione necessiti ancora di un po’ di rodaggio per poter anche solo sperare di competere di nuovo con i vecchi amici Rotting Christ e Septic Flesh. La tracklist presenta infatti un po’ di buone tracce, ma alcuni episodi risultano piuttosto macchinosi e altri ancora poco concreti. Ad esempio, la chitarra di Hensley non sempre suona "alla Nightfall" – in certi passaggi sembra di ascoltare una comune melodic death metal band – e anche le tastiere non colpiscono sempre come dovrebbero, nel loro allestire delle arie pompose che lasciano a volte un sentore di già sentito o di ovvietà. Si diceva poi di alcuni brani macchinosi… a tratti sembra proprio che lo stile dei nuovi arrivati faccia un po’ a pugni con il songwriting di Karadimas, cosa che rende le trame poco fluide. Insomma, come "come back album", questo "Astron Black…" non è esattamente entusiasmante. Non ci stavamo aspettando una sintesi perfetta di audacia e personalità come nei leggendari "Parade Into Centuries" e "Macabre Sunsets", però i buoni livelli di "I Am Jesus" e "Lyssa" ci sembravano poter essere alla portata del gruppo. Sarà per la prossima volta? Confidiamo in un adeguato riscaldamento post reunion!