8.0
- Band: NIGHTFALL
- Durata: 00:46:09
- Disponibile dal: 05/03/2021
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
I Nightfall non hanno mai raggiunto i livelli di popolarità di gruppi loro connazionali come Rotting Christ e Septicflesh, tuttavia, volendo comporre una ipotetica trinità del metal estremo ellenico, il loro nome – facendo a spallate con quello dei Necromantia – è venuto fuori più volte rispetto ad altre realtà del panorama locale, perlomeno negli anni Novanta, quando dischi come “Parade Into Centuries”, “Macabre Sunsets” e “Athenian Echoes” riuscirono a imporsi anche al di fuori dell’underground più recondito. Del resto, la carriera della band di Atene non può essere definita banale, essendo da tempo fatta di cambi di stile, apparenti scioglimenti e inaspettati ritorni, tanto che questo nuovo album per Season Of Mist, tra noi a circa otto anni dal poco fortunato “Cassiopeia”, non dovrebbe del tutto sorprendere coloro che hanno una certa familiarità con i Nightfall, i quali appunto riemergono dall’inconscio del loro storico leader Efthimis Karadimas in maniera improvvisa e travolgente, portando con se un discreto bagaglio di novità.
Come accennato, la band è da sempre una creatura sfuggente e polimorfa, attraverso la quale il succitato frontman esprime nella maniera più libera e senza filtri il proprio estro creativo. Su “At Night We Prey” assistiamo con grande piacere a un parziale recupero di quelle formule dark metal che fecero la fortuna del gruppo nella prima metà degli anni Novanta, le quali qui vengono corroborate da spunti più moderni e nuove influenze, per un risultato finale che non esistiamo a definire quanto di più interessante realizzato dai Nightfall nel nuovo millennio. Non a caso, questa nuova incarnazione della band è costituita da un quartetto assai bene assortito, composto ovviamente dallo stesso Karadimas alla voce, dal chitarrista originale Michalis Galiatsos – tornato in line-up dopo quasi vent’anni di assenza – dal bassista Kostas Kyriakopoulos (già con il gruppo nei primi Duemila) e dall’esperto batterista Fotis Bernardo (Necromantia, ex Septicflesh e Nightrage). Una formazione di artisti eclettici, che nella realizzazione di questo album ha evidentemente saputo trovare un equilibrio ideale, concretizzatosi in un lotto di canzoni cariche di fascino, grinta e atmosfera. È bene sottolineare ancora una volta come non ci si debba aspettare qualcosa sulla scia di quella sorta di melodic death metal edulcorato proposto negli ultimi due lavori in studio: l’impronta sonora alla base di “At Night We Prey” parte dal robusto dark metal di una antica pietra miliare come “Athenian Echoes”, sul quale i nuovi Nightfall costruiscono un’ideale piramide metallica, solida e affilata, in cui si avvertono echi della migliore tradizione gothic metal europea (Paradise Lost, Moonspell), così come profonde sferzate death-black metal, in cui si sente forte il carattere del nuovo batterista. L’energia, l’assertività e il mood oscuro, combinato con il desiderio di esplorare le potenzialità della rinnovata sezione ritmica, producono un’opera dalla quale emergono una spontaneità e, al tempo stesso, una ricchezza compositiva che da tempo non si udivano nell’offerta della band. La tracklist risulta solida e vibrante sin dal primo ascolto e, anche quando il quartetto architetta brani dal taglio più arioso, siamo lontani da certe pacchianate goth rock di cui il nome Nightfall si rese protagonista anni fa: in questa sede, anche la melodia denota infatti una vena più drammatica e coerente, tanto che pure nei midtempo si ravvisano folate lugubri e una più misurata alterazione degli equilibri armonici. Più di ogni altra cosa, “At Night We Prey” esprime rinnovata consapevolezza e ispirazione per Karadimas e compagni, i quali, grazie anche a una produzione finalmente all’altezza, tornano ad aprirsi a una più ampia visione internazionale, confezionando un disco che potrebbe fare riavvicinare i fan della prim’ora, così come attirarne di nuovi. Per chi ha cuore il panorama metal del mediterraneo, ecco una delle prime sorprese dell’anno.