7.0
- Band: NIGHTFALL
- Durata: 00:40:16
- Disponibile dal: /01/2005
- Etichetta:
- Black Lotus Records
- Distributore: Audioglobe
E’ davvero curioso notare che molte band greche abbiano percorso lo stesso identico iter artistico nel corso degli anni. Prendiamo quelle più in vista, ovvero Rotting Christ, Septic Flesh e ovviamente i Nightfall: tutte queste formazioni hanno iniziato la loro carriera balzando immediatamente agli onori della cronaca in virtù di un approccio personalissimo al black-death metal e di un’abilità nel songwriting fuori dal comune. Hanno realizzato album-capolavori (“Thy Mighty Contract”, “Esoptron”, “Parade Into Centuries”…) ma ad un certo punto hanno disgraziatamente deciso di voltare pagina e di seguire le mode del momento (che in quel periodo, ovvero tardi anni Novanta, si chiamavano Moonspell e Samael). Sono così arrivati lavori scadenti o appena decenti, spesso senz’anima, accolti tra l’altro da un’indifferenza pressoché totale. Indifferenza che deve aver fatto un tantino riflettere i nostri, che infatti di lì a poco sono fortunatamente tornati a suonare quello che erano in grado di fare meglio e, nei casi di Rotting Christ e Septic Flesh, sono addirittura arrivati a sfornare dischi grandiosi tanto quanto le prime opere. Diciamo che i Nightfall a certi fasti ancora non sono tornati, però è bello constatare come questo loro nuovo “Lyssa” segua a grandi linee le coordinate del precedente “I Am Jesus”, il disco della loro rinascita artistica. Non è del tutto estremo né toccante come i primi lavori ma è proprio un bel platter di dark death metal: quasi sempre ispirato, suonato e prodotto benissimo e colmo di belle trovate che vanno da delle più o meno spiccate influenze orientaleggianti a delle riuscitissime parentesi in pieno stile primi Paradise Lost. L’album è vario e ben bilanciato e durante l’ascolto si può passare in tutta tranquillità da uptempo anche molto violenti (il neo acquisto dei Nile George Kollias alla batteria è un mostro!) come “Dark Red Sky” e “Essence” a brani splendidamente melodici o quasi doom come “Christless”, “Master Of My Dreams” e “One Of These Days”. Qualche episodio sinceramente è un po’ sottotono ma nel complesso “Lyssa” risulta alquanto gradevole: manca magari un brano principe che spicchi sugli altri e che possa fungere da biglietto da visita, ma la performance del quintetto, e in particolare del leader/cantante Efthimis Karadimas, è comunque altamente convincente e sa farsi apprezzare non poco, specie se si pensa a obbrobri ancora recenti come “Diva Futura”! Alcune cose sono di sicuro ulteriormente da perfezionare ma “Lyssa” per i Nightfall rappresenta senza dubbio un altro passo nella giusta direzione.