NIGHTWISH – Human. :II: Nature.

Pubblicato il 17/04/2020 da
voto
7.5
  • Band: NIGHTWISH
  • Durata: 01:21:31
  • Disponibile dal: 10/04/2020
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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Secondo full-length per quella che è stata etichettata come la terza fase della (sempre e comunque) prolifica carriera dei finlandesi Nightwish, che vede la permanenza nella formazione attuale dell’accattivante vocalist Floor Jansen, ormai perfettamente stabile e riconoscibile nel suo ruolo. Ci sono voluti ben cinque anni per poter dare un seguito al già controverso “Endless Forms Beautiful”, dopo il quale il combo finnico ha intrapreso ben due tour – di cui il secondo dedicato alla più o meno apprezzata compilation “Decades”, che in un certo senso aveva il compito di riassumere quanto fatto in oltre vent’anni di musica, prima di dedicarsi a qualcosa di completamente nuovo e, per certi versi, sperimentale e atipico.
Nella fattispecie, non stiamo parlando di stravolgimenti particolari alla formula musicale, quanto più di singolari e ambiziose scelte artistiche, che rendono di fatto questo nuovo lavoro un qualcosa su cui ci sarà davvero molto da discutere nel prossimo futuro. A partire dal concept basato interamente sul rapporto che intercorre tra Uomo e Natura, con quindi orrori e delizie a rappresentare i pilastri filosofici su cui l’intera opera si regge; e va da sé che, per dare una forma a un messaggio tanto pretenzioso quanto interessante ed attuale, sia necessario stendere una base musicale solida ed evocativa.
Per fare questo, Tuomas Holopainen e compagni si avvalgono di un songwriting che agisce con fare quasi sferzante, rappresentando le fasi di questa sorta di viaggio fiabesco tramite l’ausilio di variazioni stilistiche, alcune inaspettate ed altre più in linea con quanto fatto in passato: a partire dalla iniziale “Music”, in cui i vari elementi prendono vita lentamente, divenendo man mano più accesi ed opulenti, accompagnati dall’interpretazione narrativa di una Floor dolce e soave al momento dell’ingresso. Puntualmente la successiva “Noise” adotta delle soluzioni già sentite in svariati brani già proposti in altri lavori dei Nightwish, stimolando così un forte senso di deja-vu, ma fortunatamente arricchendo il tutto con scintille e guizzi che ne consolidino l’efficacia, al punto tale da renderlo uno degli estratti più ficcanti del pacchetto. “Shoemaker” tira fuori tutto l’estro compositivo romantico e classicista del buon Tuomas, grazie a passaggi e intermezzi eleganti e degni di un’opera teatrale, scongiurando per giunta l’eventuale difficoltà di approccio grazie ad una durata non eccessiva; soluzioni simili si possono riconoscere anche nella più impetuosa e cinematografica “Pan”, ma non prima di essere passati per una “Harvest” cantata prevalentemente da Troy Donockley e a metà tra una ballata e un midtempo power/folk.
Con le comunque gradevoli “How’s The Heart” e “Procession” si inizia a perdere qualche colpo, non tanto per una mancanza di qualità, quanto per una sensazione di semplicità non sempre spontanea; nonostante, almeno nella seconda di queste, le note di pianoforte unite al cantato meno impattante potrebbero far felici molti ascoltatori. Il processo del caos causato dall’essere umano ci viene fatto intendere nella rabbiosa e dissonante “Tribal”, in cui si possono trovare persino inserti in harsh voice, che contribuiscono all’atmosfera insieme alla chitarra distorta e mordace di Emppu Vuorinen. Tutto questo prima che la parte più canonica dell’intero lavoro si chiuda con la lunga e malinconica “Endlessness”, nella quale Marco si dedica ad un cantato struggente che ben evidenzia la sensazione di assoluto nichilismo, smorzato tuttavia in un finale tutto sommato luminoso e colmo di speranza.
Da qui in poi inizia la seconda metà del pacchetto, che si potrebbe descrivere come una sorta di lunghissima suite strumentale divisa in otto atti, intitolata “All The Works Of Nature Which Adorn The World” che, come suggerisce il titolo, punta a descrivere altrettante componenti della natura e del mondo che ci circonda. Qui Tuomas mette mano a tutto il proprio sapere, confezionando una sequenza di brani orchestrali e ricchi di colori e variazioni sui quali preferiamo non pronunciarci troppo, poiché si tratta di qualcosa da approcciare come un’unica opera, possibilmente in una situazione di calma e meditazione; magari consuetudine per molti, in questo periodo.
Chiariamoci, si tratta indubbiamente di un prodotto che genererà numerosi scontri di opinione, soprattutto a causa della sua scarsa immediatezza e fruibilità da parte di chi non dovesse mostrare particolare interesse a qualcosa di così mistico e teatrale. Tuttavia, l’obiettività ci impone di riconoscere la notevole quantità di elementi che è stata amalgamata con classe e volontà di lasciare il segno in quest’ora e venti di grande musica. Sicuramente ci sono dei difetti, compresa quella tendenza ad isolare in momenti specifici tutte le idee più deboli, così come qualche passo relativamente prolisso, ma fatto sta che di carne al fuoco ce n’è davvero tanta e saranno necessari diversi ascolti per comprendere a pieno la complessità di ciò che si ha tra le mani.
Come si suol dire, fate il vostro gioco e traete le vostre conclusioni.

TRACKLIST

  1. Music
  2. Noise
  3. Shoemaker
  4. Harvest
  5. Pan
  6. How's The Heart?
  7. Procession
  8. Tribal
  9. Endlessness
  10. All The Works Of Nature Which Adorn The World - Vista
  11. All The Works Of Nature Which Adorn The World - The Blue
  12. All The Works Of Nature Which Adorn The World - The Green
  13. All The Works Of Nature Which Adorn The World - Moors
  14. All The Works Of Nature Which Adorn The World - Aurorae
  15. All The Works Of Nature Which Adorn The World - Quiet As The Snow
  16. All The Works Of Nature Which Adorn The World - Anthropocene
  17. All The Works Of Nature Which Adorn The World - Ad Astra
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