9.5
- Band: NIGHTWISH
- Durata: 00:53:38
- Disponibile dal: 29/05/2000
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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È il 2000 ed i Nightwish sono tra i gruppi symphonic metal di maggiore successo. I primi due album, “Angels Fall First” e “Oceanborn”, sono stati clamorosi successi, soprattutto il secondo, che guidato dal singolo “Sleeping Sun”, ha portato la band ad arrivare terza nelle qualificazioni per l’Eurovision Song Contest. Ma questo non basta a Tuomas Holopainen: Tuomas sa di essere un songwriter di categoria superiore, è ambizioso, sa osare e sa di avere nella sua squadra la voce migliore sul mercato e musicisti di classe eccelsa, e la gloria in un genere di nicchia non gli basta. Come fare quindi per lanciare definitivamente i Nightwish e farli arrivare in cima al mondo? Semplice: se il genere nel quale i Nightwish primeggiano non è abbastanza popolare, allora i Nightwish cambieranno genere. È il 2000, ed il genere più popolare in assoluto, il genere che sembra destinato a rimanere come il genere metal dominante, dove ogni mese debuttano le opere prime di decine di band, è il power metal; il 2000 è l’anno di uscita di “The Dark Ride” degli Helloween, di “Infinite” degli Stratovarius, del clamoroso debutto di una nuova band finlandese molto vicina come genere agli Strato, i Sonata Arctica, e poi i Gamma Ray che hanno rilasciato l’anno prima “Powerplant” e preparano “No World Order”, mentre sale l’attesa dei nuovi Angra senza Andrè Matos e si comincia a vociferare che Avantasia, l’opera del cantante degli Edguy, al momento sul mercato con “Theater Of Salvation”, non sia del tutto da buttare. Ecco quindi l’idea, la svolta: i Nightwish suoneranno power metal. Ecco che nasce quindi “Wishmaster”, terzo album della band. Le tastiere di Holopainen si fanno da parte e si autolimitano ad un ruolo di copertura e riempimento, e la parte del leone, dal punto di vista strumentale, passa nelle mani di Erno Vuorinen, autore di una prova eccezionale sia dal punto di vista ritmico che solistico, e dell’accoppiata basso/tastiera Sami Vanska e Jukka Nevalainen, che si mostra solida e potente. E alla voce Tarja non tradisce, sfoderando una prestazione incredibile anche su canzoni veloci e meno adatte al suo stile. Il songwriting di “Wishmaster” è ricercato, vario e trasuda classe, ma è concreto e godibile al tempo stesso; i testi sono di estrazione fantasy, basati su “Il Signore Degli Anelli” e “Le Cronache Di Dragonlance”, ma non mancano i riferimenti alla realtà, come “The Kinslayer”, che narra le vicende terribili della sparatoria di Columbine, e “Fantasmic”, ispirata ad uno show che si tiene a Disneyland. Apertura affidata a “She Is My Sin”, canzone ritmicamente molto tirata, dotata di un bel bridge, per poi passare alla dura “The Kinslayer”, veloce ed evocativa, con Tuomas in grande spolvero, che incorpora nel testo le vere frasi pronunciate dai protagonisti della vicenda in questione; “Come Cover Me” è un brano arioso e di ampio respiro, prima della cavalcata power metal “Wanderlust” e della lentissima ballad strappacuore “Two For Tragedy”. Si riprende con il brano simbolo dell’album, la title track, potente, dotata di ritmiche serrate e di un riffing chirurgico, nonché di un cantato epico ed evocativo, ma anche estremamente varia e mutevole; “Bare Grace Misery” serve a tirare il fiato, ma si fa anche notare per il proprio testo passionale e sensuale, con Tarja che seduce ed ammalia, prima che riprendano le ostilità con “Crownless”, power e quadrata. “Deep Silent Complete” vede ancora Tarja protagonista assoluta, lasciata a cantare sulla semplice base di batteria della strofa, prima che l’intensa e commovente “Dead Boy’s Poem” colpisca l’ascoltatore per la dolcezza e la disperazione che emana. La deliziosa suite “Fantasmic”, che nel testo incorpora citazioni da molti film Disney, chiude in maniera grandiosa l’album. “Wishmaster” è il capolavoro dei Nightwish ed uno dei capolavori della discografia power metal, momento di svolta che ha trasformato una band da culto in una delle formazioni più famose al mondo.