NIGHTWISH – Yesterwynde

Pubblicato il 22/09/2024 da
voto
7.5
  • Band: NIGHTWISH
  • Durata: 01:11:07
  • Disponibile dal: 20/09/2024
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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“Yesterwynde” è il titolo scelto dai Nightwish per il loro decimo studio album. Intorno a questo disco c’era tanto attesa per varie ragioni: negli ultimi anni c’è stato infatti l’abbandono da parte di Marco Hietala (con qualche strascico di polemiche, dovuto anche al suo avvicinamento all’ex cantante Tarja Turunen), la malattia di Floor Jansen, seguita dalla sua gravidanza, e l’annuncio della band che non sarebbe andata in tour per alcuni anni, tanto che non promuoverà con nessun concerto, almeno nell’immediato, questo nuovo lavoro.
Il leader Tuomas Holopainen è andato avanti comunque per la sua strada, cercando di rispettare il tabellino di marcia che aveva preventivato, e così l’album arriva puntuale, con il nuovo bassista Jukka Koskinen (Wintersun) che ha preso il posto di Hietala, mentre la Jansen è intervenuta giusto alla fine per inserire le sue parti vocali, non appena ripresasi dalla gravidanza.
“Yesterwynde” non è propriamente un concept album, ma in qualche modo le canzoni sono legate ad un tema di fondo: partendo dai due precedenti, “Endless Forms Most Beautiful” e “Human:II:Nature”, che celebravano la bellezza della natura, con l’assoluta necessità di preservare il nostro pianeta, su “Yesterwynde” Holopainen focalizza la sua attenzione sull’importanza dell’esistenza. Ciascuno di noi, andando a ritroso dai nostri genitori e dai nostri nonni, ha migliaia e migliaia di antenati e oggi esiste perchè è il frutto dell’incontro di tutte queste persone, dei loro sforzi, delle loro battaglie, delle loro ambizioni. La nostra esistenza è dunque per l’autore quasi un privilegio, qualcosa di cui essere grati, da vivere al meglio delle nostre possibilità, con questa consapevolezza.
A livello musicale, il legame è pure forte con i due album precedenti, per l’approccio in qualche maniera ‘cinematografico’ (ormai si parla sempre più spesso di ‘cinematic’ metal), il quale, in realtà, a ben vedere, parte ancora prima, quanto meno da “Imaginaerum”, ma che qui viene ulteriormente sviluppato. Parlando di ‘cinematografico’, facciamo riferimento a quella musica concepita e composta come colonna sonora di film: si tratta ovviamente di un genere fortemente legato alle immagini che vuole accompagnare, magari talvolta anche enfatizzare, ma che può essere ascoltata anche separatamente da queste, per la propria capacità di essere spesso immaginifica ed evocativa e di conseguenza anche maestosa e accattivante. Per molto tempo è stata considerata musica di serie B dai compositori della musica colta, ma ormai ha acquisito la sua autonomia come genere e come prestigio grazie alla bravura di autori celebri e universalmente apprezzati come Hans Zimmer, John Williams, Alan Menken, Danny Elfman o il nostro Ennio Morricone. Holopainen guarda con estremo interesse ormai da tempo verso questo mondo e, oltre a vari progetti solisti, ha introdotto elementi orchestrali ispirati alla musica cinematografica anche nello stile dei Nightwish.
Con “Yesterwynde” viene compiuto un passo ulteriore, perchè la musica sembra essere stata composta non tanto come delle canzoni per una band metal accompagnata dall’orchestra, quanto piuttosto come dei brani orchestrali che sono stati riarrangiati per inserire voci o chitarre. In quest’album non c’è quindi spazio per canzoncine dalle facili melodie: ogni brano trascende dalla tradizionale forma canzone con strofe e ritornelli, ma è stato concepito, come per la musica classica, con dei movimenti, per cui ci sono all’interno delle tracce passaggi diversi, con temi che possono essere ripresi e sviluppati in modo differente, tanto che, anche quando il brano sembra concludersi, possibilmente c’è un’appendice con un adagio finale, dove magari dopo il climax, il tema principale viene ripreso solo dalla voce di Floor o di Troy accompagnata da qualche arpeggio.
Ne consegue che “Yesterwynde” è un disco davvero complesso, che riteniamo dividerà parecchio gli stessi fan della band finlandese: anzi, arriviamo a dire che chi è rimasto molto legato ai Nightwish di “Century Child”, giusto per citare uno dei loro album più apprezzati, potrebbe trovare questo nuovo lavoro indigesto o addirittura noioso. Diciamo che, con questo approccio si trascende da qualsiasi genere (ormai non parleremmo più neanche di symphonic metal nel loro caso) perchè, come dicevamo, lo stile già proposto soprattutto con i due album precedenti, qui viene ulteriormente esaltato: il sound diventa più ampio, vasto e profondo con l’orchestra (peraltro c’è anche un nuovo orchestratore) che rende tutto solenne e magniloquente.
Non è certo un caso che l’album si apra con il rumore di un proiettore cinematografico e così pure si concluda. Lo spettacolo comincia già con la breve title-track, ma prosegue con la maestosa “An Ocean Of Strange Islands”, che è quasi un manifesto programmatico riguardo le intenzioni della band di ampliare i propri orizzonti, di sperimentare questo percorso, sicuramente più tortuoso e complesso rispetto a quello di un disco composto da canzoni più semplici e tradizionali. Delle autentiche perle sono anche le successive “The Antikhytera Mechanism” e “The Day Of…”: la prima ha un mood un po’ dark e tutto sommato mantiene nella prima parte un’impostazione con strofe e ritornello che ci hanno fatto pensare addirittura al periodo di “Wishmaster”, benchè poi il brano prosegua invece con diversi movimenti; la seconda, invece, presenta un inizio vagamente synth-rock alla Alphaville, ma poi si sviluppa in maniera differente, con la presenza anche di un coro di voci bianche. A seguire, “Perfume Of The Timeless” è probabilmente l’apice del disco, con una profonda compenetrazione tra parti orchestrali e parti più dure. A questo punto, la tracklist sembra prendere una piega un po’ diversa: alcuni brani restano complessi, altri sembrano puntare ad essere più che altro atmosferici. Tra i primi, “The Children Of ‘Ata”, curiosamente nella parte iniziale presenta una ritmica quasi dance, con alcune melodie accattivanti che sanno però un po’ di già sentito, mentre spicca sicuramente la bellissima e avvolgente “Spider Silk”. Nel secondo gruppo, annoveriamo invece certamente “Sway” e “Hiraeth” – due pezzi più soffusi, dove duettano le voci di Troy e Floor, con inserti folk – e la conclusiva “Lanternlight”, una ballata avvolgente, con voci e piano, assolutamente da brividi.
A proposito di performance, va evidenziato come l’utilizzo della voce di Floor Jansen sia anche un po’ diverso rispetto al passato: la cantante olandese è nota per la sua voce alta e potente, ma qui l’abbiamo sentita cimentarsi su tonalità differenti, non solo con qualche acuto quasi ai limiti delle sue possibilità, ma anche su registri più bassi, cercando di valorizzare le sue qualità interpretative pure sotto questo profilo. Non ci hanno tuttavia particolarmente convinti il mixaggio e il mastering relativo alla sua voce, che sembra uscire un po’ penalizzata, dando l’impressione di essere talvolta, se non proprio in sottofondo, comunque un po’ sovrastata dalle orchestrazioni.
Va poi evidenziato che è stata realizzata anche una versione interamente orchestrale dell’album, dove ai pezzi non sono stati semplicemente tolte voci e chitarre: questi sono stati completamente remixati, tanto che, almeno a nostro avviso, alcune tracce della seconda parte suonano quasi meglio in questa versione, ad ulteriore riprova dello sforzo compiuto per far compenetrare bene la band nel complesso di queste orchestrazioni.
“Yesterwynde” è insomma un album che richiede molti approfondimenti sia a livello concettuale che di ascolti; un lavoro che probabilmente i Nightwish si possono ormai permettere in questa fase della propria carriera, forti del successo ottenuto: è un disco dove la band prova a far incontrare diversi mondi della musica, con risultati che possono essere persino un po’ spiazzanti. Di certo, è evidente che Holopainen, andando anche un po’ controcorrente, non abbia voluto realizzare un lavoro diretto o da ascoltare frettolosamente e distrattamente su qualche piattaforma, quando invece con un paio di canzoni semplici e azzeccate avrebbe potuto facilmente scalare le classifiche. Una scelta dunque coraggiosa e di carattere, che ci ha sinceramente stupiti e rispetto alla quale, al di là del fatto che il disco possa più o meno piacere, non possiamo che fare tanto di cappello.

TRACKLIST

  1. Yesterwynde
  2. An Ocean Of Strange Islands
  3. The Antikhytera Mechanism
  4. The Day Of...
  5. Perfume Of The Timeless
  6. Sway
  7. The Children Of 'Ata
  8. Something Whispered Follow Me
  9. Spider Silk
  10. Hiraeth
  11. The Weave
  12. Lanternlight
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