6.5
- Band: NINE INCH NAILS
- Durata: 21:32
- Disponibile dal: 23/12/2016
- Etichetta:
- The Null Corporation
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Non si capisce bene cosa Reznor intendesse quando diceva che questo nuovo EP è ‘un album non amichevole, pressoché impenetrabile che dovevamo fare’. Non per quasi tutti i fan che reggono il culto al nome NIN, almeno. Un rendez-vous, forse, un pastiche di quanto il buon Reznor abbia saputo dire con il suo gruppo, e con qualche sua esperienza solista come compositore di colonna sonora. Fatto sta che il compagno compositore Atticus Ross diventa parte fondante della formazione di “Not The Actual Events” e se il suo timbro, soprattutto nei primi due brani, è esemplificativo, certo non si può dire lo stesso della vicinanza ai vari lavori cinematografici per Fincher o per l’ultimo “Before The Flood”. Ad unirsi alla combriccola si unisce a certe voci la Sig.ra Reznor Mariqueen Maandig in “She’s Gone Away”, appaiono le batterie di Mr. Dave Grohl in “The Idea Of You”, come era stato in passato per “With Teeth”, e una certa chitarra, nel brano finale “Burning Bright” di Dave Navarro. Nelle sei tracce e ventina di minuti complessivi di questo nuovo lavoro si è permeati da una certa sensazione sicuramente e quasi piacevolmente di deja-vu, che si può spesso anche tradurre con un ritorno a certe sonorità più abrasive e dirette dei NIN degli anni Novanta, ma si è comunque sempre ancorati a derive che coinvolgono i vari “Year: Zero”, “The Slip” e “With Teeth”, più che i cavalli del passato che sembrano tanto aver ridestato interesse. Ci sono ben sei brani in questi venti minuti e una delle impressioni è che già inizialmente, ma anche dopo numerosi ascolti, molte delle idee sembrano buttate lì più per servire un piatto agli affamati che per un’intrinseca necessità di carattere artistico. Che “Not The Actual Events” potesse essere una necessità, così come veniva espresso dall’affermazione iniziale, non sembra essere poi infatti così chiaro, a meno che ci si interroghi sulle riedizioni in vinile di parallela e imminente uscita commerciale. Impenetrabile e poco amichevole, anche qui, è difficile, contando le esperienze dei vari “Ghosts I-IV” o alcuni dei comunque pregevoli episodi più soffusi di un certo, seppur lontano dal perfezione, “Hesitation Marks”. Visto da un’ottica più semplicemente di gusto d’ascolto si può trovare dell’interessante in questo nuovo ep. “The Idea Of You”, con l’esperienza dietro le pelli di Dave Grohl, è infatti un brano che si sa già essere un qualcosa che dal vivo potrà assumere il connotato di un pezzo potente e deciso, qualcosa che si possa si accomunare alle grandi sfuriate che da sempre accompagnano lo standard sempre comunque altissimo della formazione capitanata da Trent in sede live. L’episodio uno “Branches/Bones” sembra essere lì per caso, diretto e immediato si, ma con una chiusura che vuole un po’ emulare i tagli netti dei lavori anni Novanta di “Broken” e “The Downward Spiral”, senza dire nulla di eccezionale per un brano con così tanta aspettativa e tanta sorpresa. “Dear World” e “She’s Gone Away”, anch’esse, sembrano episodi che possono spingere verso un pollice alto, ma più per quello che senti potrebbe accadere conoscendo la band che per quanto in effetti accade sul serio. Le linee vocali tipiche per apprezzare il lavoro ci sono, soprattutto nel chorus di “Dear World” ma sembra, forse per il formato stesso del lavoro che per una sorta di mancato ambiente di riferimento costruito su immaginari propri alla band e di più ampia forma e respiro, che la canzone non arrivi laddove sarebbe potuta arrivare. Vero è infatti che spesso, per pressione dei fan o di altri fattori, il buon vecchio Reznor ha peccato spesso di eccessiva verve, sia nel dimostrare qualcosa (lo scioglimento che si diceva essere definitivo e il conseguente tour di addio) e nel pubblicare materiale. Emblemi di questo sono lo stesso esempio di “Ghosts I-IV”, reso difficoltoso dalla mole di lavoro che sembrava non essere stata nemmeno limata nella sua struttura, alcuni episodi-zavorra in lavori che avrebbero meritato di più come “The Slip”, che conteneva riff catchy di un fascino certosino, e certe cadute di stile come il brano “Everything”, che riecheggia forse come la peggior espressione partorita e pubblicata a nome Nine Inch Nails, in un album come “Hesitation Marks” che conteneva invece, come i precedenti esempi, situazioni ben degne di essere pubblicate. Che dire? C’è del valido, come sempre, laddove re Mida Reznor mette mano, ma per essere un’opera di un certo valore e degna di entrare nel pantheon di un artista di questa caratura ci vuole attenzione, lavoro, cura, dedizione completa. Così come sembra mettercela negli ottimi risultati orientati cinematograficamente. I Nine Inch Nails non sono il suo progetto parallelo. Non devono diventarlo. C’è sempre stata passione, cuore e anima dietro di loro. Sentire il nuovo “The Fragile Deviations 1”, parallelo all’uscita dell’EP, fa ricordare cosa vuol dire essere un gruppo fondamentale e non il progetto dove si possono tornare a mettere le chitarre elettriche perché altrove non si può più. Ci auguriamo naturalmente che quanto di bello presente in “Not The Actual Events” diventi per il buon Trent la linfa per il futuro e non solo un escamotage, una rimpatriata, un obbligo verso qualcuno o una fuga dal presente.