8.0
- Band: NIVIANE
- Durata: 00:58:04
- Disponibile dal: 07/03/2025
- Etichetta:
- Rockshots Records
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Terzo appuntamento discografico per gli americani Niviane che, dopo aver debuttato con “The Druid King” nel 2017 ed aver colpito nel segno con l’ottimo “The Ruthless Divine” nel 2020, tornano con il loro US power metal possente ed aggressivo.
Per questo “Queen Of Phantoms” la band di Sacramento, California, cerca di rendere il proprio sound ancora più corposo e oscuro, introducendo qualche passaggio cantato dalla voce growl; rimangono invece invariati riff possenti e assoli taglienti ed in generale un sound corposo e deciso, che accompagnano tutto l’ascolto e omaggiano le sonorità più classiche – in particolare – della scena americana, mettendo in pratica, alla perfezione, le lezioni impartite da band come Steel Prophet, Iced Earth e Cage e, più indietro nel tempo, Judas Priest, Queensrÿche e Nevermore, ma spingendosi verso lidi più moderni.
Se le chitarre infuocate suonate dai due axemen Gary Tarplee e Mark Miner sono le assolute protagoniste ed essenziali nel costruire il muro sonoro innalzato dai Niviane, c’è da segnalare una sezione ritmica completamente rinnovata, assegnata alla sapienti mani di Isaiah AR alla batteria e Tyler Satterlee al basso, la quale non indietreggia neppure di un millimetro, assicurando costantemente ottima energia e precisione.
Parte forte la title-track, cavalcando ritmi sostenuti e mostrando la voce acuta ed affilata di Norman Skinner e, come anticipato, qualche passaggio più estremo, per una miscela che abbraccia con disinvoltura tradizione e una ricerca di un impatto più contemporaneo. Non mancano però i momenti più classici; in questa direzione colpisce con autorità ed una carica elevata “12 BC: Legions”, vera hit del disco, e la massiccia “Our Maze”. Se il lato più epico esce fuori con “12 BC: Germania”, qui con cori più evocativi, è decisamente più crudo e massacrante l’impatto che arriva tramite l’aggressiva “Beacon In The Darkness”, dove l’interpretazione vocale dello stesso Norman si fa più ruvida e violenta.
Nonostante questa impronta furiosa e travolgente (che torna prepotente nel finale con la cupa e rabbiosa “Under Black Flags”), il gruppo riesce sempre a trasferire un’impronta melodica ai propri pezzi, riuscendo così a colpire senza cadere nella monotonia: “All Debts Repaid”, ad esempio, è un brano capace di conquistare anche grazie ad un refrain apprezzabile, così come la seguente “Tomorrow’s A New Day”, che accompagna il basso tuonante di Tyler con un ritornello tutto da cantare.
L’heavy-power di scuola americana si fa sofisticato con i Niviane: gli statunitensi riescono infatti a costruire, con enorme dedizione e sapienza, composizioni tecniche e ricercate grazie a partiture di chitarre elaborate, cori, atmosfere epiche ed oscure, senza perdere di vista la scorrevolezza dei brani. “Queen Of Phantoms” prende le sonorità più tradizionali di questo genere e, con accorgimenti mirati e un minimo di apertura mentale, le proietta verso un sound più dinamico e contemporaneo. Rispetto alle molte band che affollano il mercato e che negli ultimi tempi hanno riportato in auge gli stili più classici e old-school, spesso anche con release degne di nota ma tutto sommato poco coraggiose e troppo legate al passato, il sestetto californiano va dunque oltre, facendosi riconoscere con un disco più personale, a modo proprio capace di portare una ventata di innovazione in una scena nella quale spesso ci si limita a riproporre le solite formule. Un gruppo che meriterebbe maggiore considerazione, questo è certo!