7.5
- Band: NO MORE FEAR
- Durata: 00:48:48
- Disponibile dal: 03/12/2012
- Etichetta:
- Murdered Music
- Distributore: Masterpiece
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Se in Danimarca c’è del marcio, in Italia c’è del matto, e non serve scomodare Shakespeare, perchè a raccontarcelo ci pensano i No More Fear. Fedele fino in fondo al proprio monicker, il quintetto abruzzese rivendica senza timore la propria provenienza tricolore, dando vita a una disco in grado di fondere, a livello sia lirico che musicale, le più classiche sonorità death metal con elementi di folclore e (mal)costumi tipici del Belpaese. Il risultato è un disco – “Mad(e) In Italy”, appunto – che, fin dal titolo, gioca con gli stereotipi dello Stivale, dando vita ad un qualcosa di mai sentito, almeno a queste coordinate, quasi a voler rappresentare la risposta mediterranea agli Orphaned Land. L’insolita unione tra mandolini, scacciapensieri e lupare con blast beat e growl, sulla carta improbabile, alla prova dei fatti funziona – eccome se funziona! – mantenendo intatta la ferocia scandinava del death metal, grazie anche al mastering ‘svedese’ presso i Fascination Street Studio, ed arricchendo il tutto con il calore del Sud Italia. Detto che la tracklist non presenta particolari punti deboli, tra gli episodi più significativi sono da segnalare l’opener “150 Years”, rilettura in chiave death metal dell’unità d’Italia, la spassosa “Taranthell”, il cui geniale titolo dice già tutto sulla melodia portante, la più melodrammatica “Don Gaetano” e la conclusiva “Immota Manent”, migliore del lotto grazie alla presenza di un tenore e quintessenza dell’ispirazione riversata dai Nostri nelle sessioni di registrazione. Inventiva, folclore, professionalità e (auto)ironia: non manca davvero nulla nel nuovo corso dei No More Fear, freschi inventori del ‘picciotto death metal’ da tutelare con il marchio D.O.P. (anche se sfidiamo qualsiasi cinese del pentagramma a riprodurre l’accento corleonese…). La famigghia della morte metallica tegghia nu nuovo don…basciamo le mani!