7.0
- Band: NOCTE OBDUCTA
- Durata: 00:52:05
- Disponibile dal: 23/10/2020
- Etichetta:
- Supreme Chaos Records
Spotify:
Apple Music:
Avevamo lasciato i Nocte Obducta nel 2017 all’indomani di “Totholz”, lavoro pubblicato a brevissima distanza dal precedente “Mogontiacum”, che ci restituiva una band meno interessata alle derivazioni più sperimentali dell’avantgarde, per recuperare invece una linearità che affondava le sue radici nelle origini della formazione tedesca. I Nocte Obducta, infatti, possono vantare ormai una carriera pluridecennale, iniziata sul finire degli anni Novanta e portata avanti con coerenza, all’insegna della ricerca e dell’evoluzione. Il nuovo album, “Irrlicht”, continua a percorrere la strada del ritorno al passato intrapresa con “Totholz”, con risultati che, pur senza far gridare al miracolo, ci sembrano più riusciti rispetto al precedente capitolo in studio. Se “Totholz”, infatti, non ci aveva del tutto convinto, per via di composizioni un po’ frettolose, forse figlie di una sessione di scrittura troppo ravvicinata rispetto al buon “Mogontiacum”, “Irrlicht” sembra aver fatto tesoro di questi tre anni, riportando la band ad un’urgenza espressiva che si era parzialmente perduta.
I Nocte Obducta declinano il loro black metal con ritmi ora irruenti, ora più malinconici e riflessivi, sottolineati da tastiere presenti ma mai preponderanti. La spina dorsale dell’album, infatti, risiede nelle chitarre, marziali e cadenzate, che segnano il passo, sorreggendo sulla lunga distanza composizioni che spesso e volentieri superano la durata dei sette minuti. Poche le sorprese tra i solchi di “Irrlicht”, soprattutto per chi ha apprezzato i lavori dei Nocte Obducta più sperimentali: l’album aderisce a strutture ormai canonizzate, con un taglio tipicamente germanico e, non a caso, trova la sua dimensione ideale proprio nei due brani più estesi, “Der Alte Traum” e “Noch”. In questi episodi, infatti, il leader e principale autore, Marcel, riesce ad esprimere al meglio quell’alternanza di chiaroscuri che caratterizzano le atmosfere lunari e sinistre della band.
I Nocte Obducta, dunque, si rimettono in carreggiata dopo il traballante “Totholz”, portando a compimento quel ritorno alle origini che era stato solo auspicato con il precedente lavoro. Sarà interessante vedere dove porterà questo nuovo percorso, se ad un ulteriore balzo in avanti, intraprendendo sentieri inediti ed inesplorati, o se la formazione tedesca preferirà affondare di più le sue radici, interrompendo il suo inquieto vagare.