NOCTE OBDUCTA – Karwoche (Die Sonne der Toten pulsiert)

Pubblicato il 15/11/2023 da
voto
7.5
  • Band: NOCTE OBDUCTA
  • Durata: 00:41:45
  • Disponibile dal: 18/08/2023
  • Etichetta:
  • Supreme Chaos Records

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Parlare dei Nocte Obducta significa immergersi completamente nell’alveo accogliente del black metal germanico. Una scena tutta a sé, contraddistinta da poche band di una certa rilevanza fuori dall’underground, e una miriade di formazioni ‘minori’, che attingendo alla vena classica del black metal, a miti e leggende locali, cultura teutonica in aspetti tangenti o lontani dal metal, hanno forgiato carriere di tutto rispetto. Innumerevoli le realtà che, partendo dalla tradizione e dalla grettezza del black metal originario, hanno evoluto il loro discorso mediando la forza e le atmosfere tipicamente novantiane con uno spirito esplorativo e sperimentale che li ha portati, alcuni di più, altri di meno, a un suono personale ma che non si allontanasse troppo da una radice comune.
I Nocte Obducta sono in giro da quasi venticinque anni e, a differenza di altri gruppi più intermittenti nel proporre nuova musica, si sono contraddistinti per una rimarchevole continuità d’azione. Tanto che questo “Karwoche” è l’album numero tredici della discografia. Mica male, aggiungeremmo noi.
Mica male, a maggior ragione, visto che i Nostri ci hanno abituato a dire tante cose assieme nelle loro pubblicazioni, che possono contenere sia suggestioni così rustiche da ricordare un demo dei primi anni ’90, sia delicatezze da alta scuola dell’avant-garde metal. Ed è forse questa propensione all’irregolarità e lo spaziare in mondi lontanissimi nell’arco di pochi minuti, oltre alla poca promozione fuori dai soliti circuiti, ad aver negato ai tedeschi una rinomanza più ampia. Pazienza, chi ama queste sonorità li ha ben nel cuore e sa che ci si può attendere un po’ di tutto da loro, sempre mantenendo una certa idea di fondo e una coerenza inscalfibile.
“Karwoche”, allineandosi agli appena precedenti “Irrlicht (Es schlägt dem Mond ein kaltes Herz)” e “Totholz (Ein Raunen aus dem Klammwald)”, media tra voglie nostalgiche per un black metal ruvido, sgranato, nerissimo ma dinamico, e le tentazioni atmosferiche, il perdersi in ritmi dilatati e una declinazione tutta tedesca di atmosfere gotiche, di suggestioni complesse e non per forza immediate.
Come non di rado è capitato nella loro discografia, l’apertura indiavolata, tra black’n’roll e sfumature crust, di “Sonne der Toten”, ha una funzione quasi di mimetizzazione, di beffare le nostre prime impressioni: già da metà brano, infatti, la piega della musica diviene meno sfrontata, compaiono le prime ondulazioni, le armonie lunghe e lievemente slabbrate, tremolanti, che già hanno reso speciali molti episodi del passato. Un’ambivalenza di fondo e un alternarsi di frammenti sprezzanti e altri meditativi e ipnotici tipica del catalogo del gruppo, anche se in questo caso le pulsioni primordiali si prendono una fetta particolarmente ampia del disco.
L’accento su una concezione del black metal molto legata al suo intransigente brodo primordiale si fa notare nelle aperture più belligeranti (gli attacchi di “Drei gemeuchelt” e Sommere “Conamara Chaos”, la sgraziata “Blutmond Nemesis”), mentre la vena più sperimentale e l’arte del racconto in musica emergono quando la concitazione si allenta e si entra, di soppiatto, negli antri più cupi e misteriosi dell’animo dei musicisti.
Ci sono occasioni in cui fiera brutalità e propensione all’ascesi si intrecciano e mitigano l’un l’altra – le sgargianti tenebre di “Balder”, caratterizzata da cadenze mistiche nella sua fase centrale, oppure la titletrack – mentre più spesso si dividono il bottino, mettendo ora in prima fila il lato più assatanato della formazione, in altre occasioni elargendo volentieri una musica relativamente calma, assorta, descrittiva più che punitiva. Su questi registri affascina la fredda litania – il tedesco è ottimale nel far crepitare le inquietudini – di “Birkenpech” e le tessiture serafiche, impregnate di romanticismo, di “Schwarzbier und Feigen”, per chi scrive anche canzone migliore del disco.
Non è facile per dei veterani sfornare musica con cadenza così elevata, senza andare incontro a qualche battuta d’arresto o riciclo di idee: i Nocte Obducta sfuggono a tale trappola, confezionando un album che si fa forte di una scrittura ispirata e di un’interpretazione intensa e facinorosa. Soprattutto per i loro fan più fedeli, questa è un’uscita da godere appieno.

TRACKLIST

  1. Sonne der Toten
  2. Drei gemeuchelte Sommer
  3. Karwoche
  4. Birkenpech
  5. Blutmond Nemesis
  6. Conamara Chaos
  7. Balder
  8. Schwarzbier und Feigen
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