NODE – Sweatshops

Pubblicato il 21/02/2002 da
voto
8.0
  • Band: NODE
  • Durata:
  • Disponibile dal: //2002
  • Etichetta:
  • Scarlet Records
  • Distributore: Audioglobe
Streaming non ancora disponibile

Metalitalia ve l’aveva detto: questo dei Node sarebbe stato uno degli appuntamenti più eccitanti e determinanti del nuovo anno. Chi come me, ha già avuto modo di ascoltare, amare e metabolizzare un lavoro fresco, frizzante e variegato come “Sweatshops”, non potrà fare a meno di darmi ragione, e riconoscere nella nuova fatica della band lombarda, uno degli highlight assoluti degli ultimi tempi in fatto di death/thrash metal melodico; partiti sulla lunga distanza con il mini “Ask” ed il seguente ottimo full-length “Technical Crime”, i Node di Daniel Botti e Gary D’Eramo tornano con un lavoro ambizioso e capace realmente di avvalersi del consenso di quel grande pubblico che ebbe modo di scoprire la grandezza dei nostri soltanto grazie al ‘mito’ che si creò attorno a loro con il passare del tempo, e non per l’effettiva attenzione che i media riservarono loro all’epoca. Del technical thrash avanguardistico e sperimentale di “Technical Crime”, i Node del 2002 smorzano i lati più acerbi concentrandosi su una ricerca efficace, e mai eccessivamente sfrontata o guardinga, di linee melodiche d’impatto e volontariamente anthemiche, arrivando a comporre dei piccoli gioielli di death/thrash di scuola Carcass(periodo “Heartwork”), Death(quelli più melodici ed accessibili degli ultimi episodi) e Pestilence (quelli del periodo centrale di “Testimony Of The Ancients”), che si sporcano talvolta di un gusto sostanzialmente svedese e dovuto (a detta anche dei nostri) alla produzione di Pelle Saether e gli Underground Studios. L’album si sviluppa in movimenti decisamente variegati e frutto di un’ispirazione costante ma a 360°, testimoniata dal grande impatto e melodia dell’opener “History Seeds”, “Thanatophobia” e “Jerry Mander”, e dall’altra parte dai tecnicismi ed aperture melodiche di “Bloody Hills”(tributo al guitarwork del compianto Chuck Schuldiner) e “Behaviours”; la crescita della band va poi registrata sostanzialmente anche da un punto di vista meramente tecnico ed esecutivo: stavolta tutto sembra essere a suo posto, e mai come ora ai Node può attribuirsi uno status di salute così florido. A Metalitalia i Node piacciono, e molto: speriamo di non essere, anche stavolta, l’unico caso isolato di fiero (e sincero) supporto alle band di casa nostra.

TRACKLIST

  1. History Seeds
  2. Jerry Mander
  3. Sacristan Scorn Towards Water
  4. Bloody Hills
  5. Behaviours
  6. Last Doctor
  7. No Title, No Bible
  8. Thanatophobia
  9. The Plot Thickens
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