NOEN HATER OSS – Kunsten Aa Gjoere Jorden Ubeboelig

Pubblicato il 09/09/2024 da
voto
7.5
  • Band: NOEN HATER OSS
  • Durata: 00:38:00
  • Disponibile dal: 13/09/2024
  • Etichetta:
  • Dusktone

Spotify:

Apple Music:

Il rapporto del metal coi concetti di ‘innovazione’ e ‘tradizione’ ha caratteristiche tutte sue. Se poi si parla di black metal, il rischio è quello di addentrarsi in un discorso infinito, in cui alla questione meramente musicale si intreccia quella sulla visione etica, filosofica e a volte anche politica del mondo e dell’arte.
Partiamo da questo assunto per parlarvi del nuovo album dei Noen Hater Oss, perché potrebbe essere utile prendere le mosse proprio dal suo rapporto con la linea più tradizionalista del genere, in particolare quella che si rifà a mostri sacri come Mayhem e Bathory – ovvero una delle linee più oltranziste e meno disposte al compromesso, dalla quale, semplificando, emergono per lo più o interessanti lavori iper-lo-fi, o lavori altrettanto lo-fi ma talmente derivativi da rischiare il dimenticatoio dopo pochi ascolti.
Noen Hater Oss, per contro, è uno di quei progetti che riescono nella non scontata operazione di portare avanti lo spirito delle origini e, al tempo stesso, proporre qualcosa che suoni contemporaneo e in una certa misura ibrido.
Una capacità confermata anche con questo nuovo full-length “Kunsten Aa Gjoere Jorden Ubeboelig” (ovvero, ‘l’arte di rendere la terra inabitabile’), con cui Noen Hater Oss (‘qualcuno ci odia’, tanto per ribadire che la felicità non ci piace) riparte come one-man band del polistrumentista Raum, dopo tre album presentati come duo; il cambio di formazione non ha inciso troppo a livello compositivo, dal momento che la scrittura è sempre stata appannaggio esclusivo di Raum, ma si sente che c’è qualcosa di diverso.
Una tra le prime differenze che saltano all’orecchio è la voce: i punti di riferimento sono sempre Attila Csihar e Quorthon, ma mentre l’ex chitarrista e cantante Morloc alternava recitativi gutturali e screaming affilati, Raum opta per un cantato più pulito e vagamente baritonale, in cui alla ferocia si aggiunge una forte componente istrionica. Il suo piglio teatrale è una delle caratteristiche più incisive di questo lavoro, e contribuisce in modo determinante a costruirne l’atmosfera: un’atmosfera che sarebbe riduttivo definire come puramente ‘black’, e che sembra immersa in un clima da folklore tetro, in cui si raccontano storie di sangue e di incontri col diavolo. Quali fatti orrendi si sono consumati nella chiesa raffigurata sulla copertina del disco? Per chi suonano le campane che rintoccano nell’intro acustica, decadente e un po’ dissonante? Raum sembra volercelo raccontare, anche se i testi in norvegese ci consentono solo di immaginare cosa stia dicendo.
Maggiore pulizia si riscontra anche nella produzione, che risulta più calda e profonda rispetto ai lavori passati.
Quanto al songwriting, “Kunsten Aa Gjoere Jorden Ubeboelig” conserva la ricchezza degli album precedenti, sia in termini di varietà, che di articolazione dei singoli brani: Raum si sposta con agilità da tributi alla scena scandinava degli anni Novanta (“Oderint dum Metuant”, con tanto di tastiere a fare da discreto tappeto sonoro, ma anche l’estesa “Natten Den Sorte”) verso digressioni in cui riff incalzanti si aprono su soli dal sapore epico (“De Brysomme Guder”, convincente seppure un po’ autocitazionista), per scivolare poi lungo orazioni sostenute da un palpitare di bassi e fiati (“Levkotom”) e atterrare su episodi in cui si avverte quasi un’influenza cascadiana (“Ravnen”).
Il tutto in un rigoglioso susseguirsi di idee sia nel drumming che nelle parti di chitarra, che rivelano ad ogni ascolto dettagli sempre nuovi; continuità, dunque, ma con arrangiamenti un po’ meno massimalisti rispetto al passato e forse più focalizzati sulla creazione di un ‘setting’ sonoro avvolgente e carico di suggestioni che nella ricerca dell’effetto sorpresa.
Con quest’album, quindi, Noen Hater Oss dimostra di poter sopravvivere anche con un solo uomo a coprire tutte le posizioni. Almeno per quello che è il nostro gusto, forse ci ha addirittura guadagnato qualcosa in termini di componente narrativa.

TRACKLIST

  1. Preludium Jaertgn
  2. Oderint dum Metuant
  3. De Brysomme Guder
  4. Levkotom
  5. Ravnen
  6. Natten Den Sorte
  7. Postludium Svanesang
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.