6.5
- Band: NOFX
- Durata: 00:27:20
- Disponibile dal: 02/12/2022
- Etichetta:
- Fat Wreck
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Dopo il non eccelso “Single Album” continua l’operazione ‘raschiabarile’ di Fat Mike con questo “Double Album”, annunciato lato B cui farà seguito un EP (“Half Album”) prima di abbassare definitivamente (?) la saracinesca. La copertina riciclata ed la tracklist risicata – con ventisette minuti è inferiore perfino a “Ribbed”, oltre al fatto che otto pezzi su dieci erano già usciti nell’ambito del “7 Inch Of The Month Club” – non lasciavano presagire nulla di buono da questo secondo giro, ma come sempre è la musica a parlare e da questo punto di vista, superato l’empasse iniziale, il quindicesimo capitolo risulta leggermente superiore al suo predecessore. La doppietta “Darby Crashing Your Party” (dedicata a Darby Crash dei Germs) e “My Favourite Enemy” (una sorta di “Linoleum” 3.0) rientra nella categoria del ‘more of the same’ per chi è cresciuto a pane ed hardcore melodico, ma risentire l’inconfondibile sezione ritmica di Fat Mike e Smelly rappresenta una boccata d’aria fresca rispetto alle paranoie esistenziali di “Single Album”. Ci ha convinto un po’ meno il punk-reggae di “Don’t Count On Me” (di fatto una cosa sola con la successiva “Johanna Constant Team”) nonostante l’inedito trio vocale che vede alternarsi dietro al microfono anche i chitarristi Melvin ed El Hefe in un teatrino allungabrodo, così come “Punk Rock Cliché” ha fatto più notizia per le polemiche scaturite in rete che per l’effettiva qualità del brano – il pezzo era stato scritto da Fat Mike con Matt Skiba e sembra fosse stato scelto come singolo di lancio per “California” dei Blink 182, salvo poi venire scartata da Travis Barker una volta saputo chi era il co-autore – al punto da far sembrare il tempismo del ripescaggio quanto meno sospetto. Non male “Fuck Day Six” (riferito al sesto giorno senza oppiacei, il peggiore a detta di Mr. Fat Wreck), anche se il vero spasso arriva con “Is It Too Soon If Time Is Relative?”, presa per i fondelli di Stephen Hawking all’insegna di un ‘politically uncorrect’ ormai appannaggio di pochi; spasso assicurato anche con “Alcopollack”, storia di David Pollack (tour manager europeo dei NOFX da fine anni ’80) e di come da ubriaco abbia litigato con The Offspring, Green Day e tanti altri. “Three Against Me” si lascia ricordare più per il testo toccante (ispirato ad un compagno di scuola picchiato dagli altri in quanto gay), mentre “Gone With The Heroined” è una chiusura un po’ particolare sia per l’evidente citazione di “Via Col Vento” che per il fatto di essere interamente cantata dal chitarrista Eric Melvin. Come detto non sarà verosimilmente il canto del cigno dei NOFX, nondimeno possiamo tirare un sospiro di sollievo dopo l’ascolto di “Double Album”: non il disco più divertente dei NOFX, ma comunque un sipario meno anti-climatico di quanto sarebbe stato “Single Album”.