9.0
- Band: NOFX
- Durata: 00:18:19
- Disponibile dal: 23/11/1999
- Etichetta:
- Fat Wreck
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I NOFX sono dei simpatici cazzoni che da quasi trent’anni ripopongono gli stessi sketch on stage? Indubbiamente. Fat Mike è un drogato sessuomane che si dichiara contro il sistema pur avendo venduto milioni di dischi e gestendo una delle più popolari etichette punk? Severo ma giusto. La loro discografia degli ultimi vent’anni ricicla a piene mani quanto composto negli anni Novanta? Assolutamente sì. Hanno raccolto più di quanto seminato da altri negli anni Ottanta? Probabile.
Comunque la si pensi rispetto agli autori di “Punk In Drublic” bisogna riconoscere loro una certa dose di genialità, e dietro l’aspetto da commedianti (non a caso l’alter ego di Fat Mike è Cokie The Clown) si nascondono dei musicisti di livello e capaci all’occorrenza di trattare temi più impegnati, aspetto presente a tratti nella loro discografia ma che emerge di prepotenza sul finire del ventesimo secolo con “The Decline”, un EP di diciotto minuti composto da un’unica traccia che potremmo definire punk-prog se non fosse che, come dichiarò all’epoca lo stesso cantante/bassista, “l’idea ci è venuta dai Subhumans, non dai Rush”. Se a livello lirico è una satira che abbraccia diversi temi cari alla band (religione, liberalizzazione delle armi, proibizionismo sulle droghe leggere…), dal punto di vista strumentale si può parlare di una suite che va ben oltre i canonici power chord tipici del genere, mescolando stili diversi (punk, rock, ska, jazz) ed arrangiamenti da rock opera con una prestazione maiuscola da parte di tutti i membri, con una menzione speciale per lo spesso sottovalutato batterista Smelly e lo stesso Fat Mike in versione bassista. Tra arrangiamenti, sovraincisioni, cori e controcori (frutto di trenta giorni di registrazioni) ad ogni ascolto c’è una sfumatura nuova da cogliere, per quello che potremmo definire come l’anthem punk rock per eccellenza degli anni Novanta e non solo.