8.5
- Band: NOISE TRAIL IMMERSION
- Durata: 00:42:35
- Disponibile dal: 27/06/2025
- Etichetta:
- I Voidhanger Records
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Secondo le fondamenta delle dottrine filosofiche occidentali, il dualismo platonico propone una divisione tra il mondo delle idee, eterno e immutabile, e il mondo sensibile, imperfetto e mutevole. Trasportando tale concetto al mondo musicale, in special modo alla proposta spiazzante dei Noise Trail Immersion, tale distinguo assume un valore particolarmente pregnante, denso di significati che trovano in “Tutta La Morte In Un Solo Punto” la loro migliore ragione d’essere.
Se col precedente “Curia” infatti, i Nostri rientravano di diritto nella prima categoria, il nuovo album aggiunge una forte componente fisica, potremmo dire ‘carnale’ al tutto, scaraventando la propria musica nel caotico ed imperfetto mondo dei sensi e delle sensazioni, soprattutto di dolore. Laddove il vecchio lavoro colpiva alla testa, l’ultima fatica discografica mira espressamente allo stomaco dell’ascoltatore, cercando di trasmettere in musica le complesse ed opposte correnti che animano gli anfratti più oscuri dell’animo umano.
Per fare questo, ci si serve ancora di un post-black metal destrutturato, slabbrato, pesantemente contaminato da derive death metal e mathcore che racchiudono in quaranta minuti, il lungo cammino percorso dalla band nei suoi dodici anni di carriera. L’attitudine più spirituale di “Curia”, si fonde oggi all’indole disperata dei lavori più datati, in un climax emotivo dall’intensità quasi insostenibile.
Non ce ne vogliano i lettori, ma troviamo del tutto superfluo, per non dire nocivo, tentare di descrivere separatamente i brani che compongono l’album: la furia devastante dei Noise Trail Immersion divampa da un brano all’altro senza soluzione di continuità, permettendoci di distinguere tre differenti macro-parti in cui suddividere l’opera: la prima, dall’opener “Divampa L’Ignoto” a “Lo Spettacolo”, presenta senza dubbio le partiture più funamboliche dell’album, un’estenuante flusso di coscienza musicale perennemente in bilico tra caos, melodia e dissonanza, secondo arrangiamenti pazzeschi e soluzioni ritmiche assurde che avvolgono e stringono tra le maglie penetranti delle canzoni.
“Sogno A Sé Stante”, grazie ai suoi malsani arpeggi puliti, si configura come un unicum significativo, prima di passare alla terza parte che, da “Culla e Bara” in poi, ci porterà al termine del tortuoso percorso rappresentato dalla spettacolare titletrack. In questa sezione, il suonato sembra assumere connotati lievemente più ‘lineari’, almeno a livello metrico, lasciando esplodere il suggestivo potere emozionale di un lavoro di chitarra scarnificante e catartico.
Si arriva al termine del percorso esangui, estenuati, ma incredibilmente arricchiti a livello emotivo. Partendo da grammatiche conosciute da pochi (Deathspell Omega e Ulcerate sono certo i primi nomi che vengono alla mente), i Noise Trail Immersion elaborano ormai un linguaggio del tutto personale, autoritario, dalla complessità debordante, eppure così esplicito e diretto nella trasmissione di sentimenti di disagio e perdizione, sentimenti umani ancestrali raramente affrontati con una competenza ed una narrazione così precisa.
“Tutta La Morte In Un Solo Punto” non si lascerà mai scoprire interamente per quello che è, ed è proprio il forte grado di inconoscibilità ad esso insito a renderlo un lavoro abissale, enorme, per certi versi infinito.