7.5
- Band: NOISE TRAIL IMMERSION
- Durata: 00:40:03
- Disponibile dal: 04/11/2016
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I torinesi Noise Trail Immersion sono uno di quei gruppi che, se ascoltati solo una volta, rischiano di trarre l’ascoltatore in inganno. Ad un primo, magari distratto, ascolto, infatti, si rischia di etichettarli come l’ennesima band fotocopia dei Dillinger Escape Plan e passare oltre quando in realtà, se si ha la pazienza e l’attenzione di andare a scavare sotto la superficie delle prime impressioni e ci si addentra nelle atmosfere e nelle sensazioni che esse suscitano, ci si accorgerà di essere al cospetto di un lavoro davvero molto interessante, notevole sia per intensità che per intenzioni, ma soprattutto nella personalità. Partiamo dal presupposto che, per apprezzare a pieno la proposta dei Nostri, si deve avere un orecchio discretamente allenato alle sonorità disturbanti, dissonanti, stridule e acide, visionarie e paranoiche. Prendete quanto di buono è stato fatto dai già citati Dillinger Escape Plan, dai Converge, ma anche dai War From A Harlots Mouth, e poi immaginatevi di aggiungere a piacere elementi di post metal estremo un po’ come fatto da band come Ulcerate o The Secret (soprattutto) ed ecco che avrete un’idea, ancora approssimativa però, di come possa suonare questo “Womb”. Niente male per un gruppo all’esordio, o quasi, dato che i Nostri hanno già dato alle stampe un EP. Al di là della già soddisfacente ricerca di un’identità propria, ciò che più ci ha sorpreso in questo album è l’intensità sonora, questa capacità di essere estremi senza essere cacofonici, questo suono nero e apparentemente impenetrabile, eppure così ricco di sentimento, capace di alternare follia pura, lanciata a velocità incontrollata, a quiete liquida, eterea e paranoide. Intelligente poi la scelta di un minutaggio controllato per la maggior parte della tracklist, eccezion fatta per due brani: uno è la title track, e si tratta un brano di decompressione strumentale, e l’altro è la conclusiva “Birth”. Su quest’ultimo episodio ci sentiamo di spendere due parole in quanto in esso, a parere di chi scrive, sono racchiusi gran parte degli elementi caratteristici della band ed ha un’intensità emotiva veramente fulminante. Chi scrive può dire di essere riuscito a comprendere definitivamente il mondo dei Noise Trail Immersion proprio grazie a “Birth”, che chiude in maniera impeccabile un disco che, se siete amanti delle sonorità più estreme, vi farà quasi certamente sobbalzare dalla sedia.